Barbara Isidori

 


Al grandissimo Guido Mazzetti sarà intitolato il piazzale dietro la gradinata dello stadio Renato Curi. Questa mattina la Commissione Toponomastica del Comune di Perugia ha approvato la proposta dei Consiglieri Varasano e Castori approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale. L’idea era nata durante l’estate scorsa e questa mattina ha trovato approvazione definitiva. “Esprimiamo il nostro profondo compiacimento per l’approvazione – sostengono i Consiglieri Varasano e Castori in un comunicato stampa – tanto più nell’attuale felice contingenza del ritorno di Perugia al Calcio Professionistico. Ricordando uno dei personaggi del calcio perugino ed umbro, cogliamo l’occasione per augurare alla società del Presidente Damaschi le migliori fortune, nella speranza che il Grifo torni presto a calcare i palcoscenici che più gli competono”.

Un riconoscimento che omaggia la memoria di un grande pezzo della storia biancorossa come Guido Mazzetti che ha indossato la casacca del Grifo per 4 stagioni e che per 15 anni ha guidato la squadra perugina dalla panchina. Una pagina importantissima della storia biancorossa da sempre nel cuore dei perugini.

Dietro la sua figura si cela, oltre che un prestigiosissimo passato calcistico, anche una storia affascinante che risale al 1944. Guido Mazzetti fu infatti catturato dai partigiani in Corso Vannucci e portato per essere fucilato nel vecchio cimitero cittadino se non avesse detto i nomi di chi lo aveva incaricato a trasportare certi documenti che aveva con lui. Mazzetti mantenne coraggiosamente il silenzio e il federale fascista Rocchi ordinò comunque per intimidirlo di fare finta di giustiziarlo. Mazzetti venne e il plotone sparò a salve.

Un grande atto di coraggio per lui che rischiò il tutto per tutto pur di mantenere il riserbo. Tanto più visto che sua moglie era incinta del noto giornalista Guglielmo e era già padre di un altro bimbo di 2 anni. Un atto che gli fece conquistare l’ importante riconoscimento di patriota. Davanti a lui Guido Mazzetti avrebbe potuto avere una carriera politica di rilievo ma l’amore per il calcio fu più forte. Nel 1945 lo chiamò il Napoli dove andò di corsa a giocare. E da quel momento in avanti la sua vita fu completamente dedicata alla carriera di giocatore prima e di allenatore poi.


 

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