“Partendo da una autorizzazione rilasciata nel 2009 e senza la prescritta valutazione di compatibilità del progetto, a distanza di tre anni iniziano finalmente oggi i lavori di un nuovo istituto privato di diagnostica per immagini sul territorio dell’Asl 2, dove nel frattempo sono stati installati ben otto ulteriori servizi di diagnostica con risonanza magnetica”. E’ quanto rileva il consigliere regionale Franco Zaffini (Fare Italia) che, con una dettagliata interrogazione a risposta immediata (question time), chiede chiarimenti alla Giunta di Palazzo Donini circa l’iter autorizzativo seguito dalla Società Villa Fiorita diagnostica srl per l’apertura della struttura nel comune di Corciano.

“L’autorizzazione – spiega Zaffini – era stata rilasciata ad un’altra società, Casa di Cura Villa Fiorita, nel 2009, rimanendo inutilizzata fino al 2011, quando la medesima società chiede che l’autorizzazione venga volturata ad un nuovo soggetto denominato, appunto, Villa Fiorita Diagnostica Srl. La prima anomalia riscontrata in sede di prima autorizzazione – prosegue l’esponente di centrodestra – risiede nella mancanza di una verifica di compatibilità del progetto che, secondo la normativa vigente, deve essere effettuata in rapporto al fabbisogno complessivo e alla localizzazione territoriale delle strutture presenti in ambito regionale, anche al fine di garantire l’accessibilità ai servizi e valorizzare le aree di insediamento prioritario di nuove strutture. Tale verifica infatti – afferma ancora Zaffini – non solo non è stata eseguita al momento della voltura (dopo due anni dal rilascio della autorizzazione), allo scopo di avere un quadro più attuale possibile, ma, dall’imbarazzante ‘scarica barile’ a cui abbiamo assistito tra dirigenti regionali e dell’Asl2, riteniamo non sia mai stata eseguita, neanche nel 2009, quando venne inoltrata la prima richiesta di autorizzazione agli uffici competenti”.

In merito all’importanza della valutazione di compatibilità, Zaffini richiama “una sentenza del Consiglio di Stato (sez. V n.6324 del 15.10.09) nel cui dispositivo si chiarisce che la Regione è tenuta ad esprimersi ‘sulla compatibilità e coerenza con le esigenze poste dalla programmazione sanitaria e ospedaliera’. In soldoni – incalza Zaffini - se tra il 2009 e il 2011 sono stati autorizzati otto nuovi servizi di diagnostica, prima di aprire il nono, autorizzato due anni prima, forse era il caso di valutare nuovamente le esigenze sanitarie del territorio, anche al fine del tanto decantato, ma non applicato, contenimento della spesa”.

“Chiediamo dunque – conclude il consigliere regionale – che la Regione, anche in vista dell’imminente riforma che ridisegnerà la geografia della sanità umbra, valuti in via cautelativa il ritiro dell’autorizzazione sin qui mai utilizzata per sopravvenuta manifesta inutilità ed anche allo scopo di evitare possibili dispendiosi ricorsi in un panorama di mercato profondamente cambiato nei tre anni trascorsi dall’autorizzazione all’inizio dei lavori. Diversamente dovremo ritenere fondati i legittimi sospetti su tutta la vicenda, sollevati da chi ben ne conosce i dettagli e le persone che ad essa fanno riferimento”.

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