Il rappresentante dell'associazione culturale umbrialeft contro la privatizzazione della sanità pubblica

(AVInews) – Perugia, 24 apr. – “I finanziamenti della sanità in Umbria sono, grosso modo, così suddivisi: il 45 per cento del totale è assegnato alle Aziende ospedaliere Perugia e Terni, il 53 per cento alla sanità di territorio (compresi gli ospedali di comunità e di Foligno) e il 2 per cento alle case di cura private. I sistemi regionali imperniati sulla centralità dell'ospedale, anche di alta qualità, non hanno retto l'urto devastante dell'epidemia di Covid-19, nonostante lo straordinario impegno di medici, infermieri e operatori sanitari, e al netto degli errori e dei ritardi compiuti dai responsabili politici. Mentre il nostro sistema sanitario pubblico e universalistico, che ancora vede il protagonismo della sanità di base e territoriale, non avendola smantellata, ha dato un'ottima prova di sé, dimostrando un alto livello di efficienza ed efficacia, anche grazie all'abnegazione e alla professionalità dei nostri operatori, medici e infermieri. Quindi avanti, difendendo e migliorando la nostra sanità pubblica, promuovendo la salute, rafforzando la prevenzione e la cura. Impedendo che la sanità diventi un affare e la salute una merce. Facendo sì, invece, che sia sempre di più un bene comune”. È quanto afferma Stefano Vinti dell'associazione culturale Umbrialeft.

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