PERUGIA - L'assessore regionale alla sanità Franco Tomassoni chiamato in terza Commissione consiliare a riferire sui criteri e le motivazioni utilizzati dalla Giunta nella decisione di istituire ticket sanitari, diversi da quelli del decreto del Governo, ha annunciato che lunedì 19 settembre, la Giunta regionale preadotterà l'atto di indirizzo sul riordino complessivo della sanità umbra. Sulla base di quel documento, ha precisato Tomassoni, sarà possibile avviare un dibattito approfondito e complessivo sul futuro della sanità regionale. Per il presidente Buconi si tratta di un importate annuncio e la Terza Commissione darà tuta la propria disponibilità ad aprire il confronto in tempi rapidissimi.

Lunedì 19 settembre, la Giunta regionale preadotterà l'atto di indirizzo sul riordino complessivo della sanità umbra. Lo ha detto in terza Commissione consiliare a Palazzo Cesaroni l'assessore alla sanità Franco Tomassoni precisando che, sulla base di quelle linee, sarà possibile aprire un dibattito complessivo che potrebbe anche iniziare all'interno dell'organismo presieduto da Massimo Buconi.

Tomassoni, accompagnato dal direttore generale Emilio Duca, ha spiegato le motivazioni che hanno indotto la Giunta a decidere autonomamente l'applicazione di un proprio ticket sulla base del reddito, dopo aver inutilmente proposto in sede di Conferenza Stato Regioni, assieme ad Emilia Romagna, Toscana e Veneto, “un'accisa sul tabacco che averebbe garantito gli stessi importi chiesti dal Governo con la manovra e nei confronti della quale c'era il consenso di alcuni ministri”. La decisione autonoma di varare un ticket, molto più impegnativa dei 10 euro sulla specialistica chiesti dal Governo - ha precisato Tomassoni - è di natura politica e mira a non non gravare sulle fasce più deboli come malati cronici o cassintegrati; ma anche a non mettere fuori uso la sanità pubblica”.

Sul tema controverso delle autocertificazioni, Tomassoni ha precisato che entro l'anno, anche grazie al suggerimento dei farmacisti i dati dei redditi individuali saranno inseriti nelle schede sanitarie di ogni paziente.

Perplessità sulle scelte sono state sollevate da Raffaele Nevi (Pdl). A suo giudizio il 10 per cento applicato a livello di prenotazioni del Cup è fuori dal decreto governativo”. Per Paolo Brutti (Idv) “prima dei ticket, la Giunta avrebbe dovuto puntare alla riduzione dei costi di alcuni servizi sanitari e comunque il sistema delle fasce di reddito è notoriamente ingiusto per via delle evasioni delle elusioni”. Reddito non realistico anche per Franco Zaffini (Fare Italia) “appaga le vostre coscienze ma non è equanime: meglio sarebbe arrivare alla compartecipazione sui costi effettivi delle singole prestazioni, a condizione che siano efficienti”. Occorre convincersi che l'Umbria non può continuare a spendere l'80 per cento delle sue risorse in sanità”.

Un netto taglio agli sprechi è stato chiesto da Rocco Valentino (Pdl) vice presidente della terza Commissione che ha riproposto il problema dei convenzionamenti esterni per la diagnostica specialistica come il caso Terontola la cui efficienza dovrebbe essere recuperata almeno in parte all'interno degli ospedali umbri. Simile le valutazioni di Gianfranco Chiacchieroni (Pd) che ha detto: Per risparmiare occorre partire dalla rete dei medici di famiglia dal loro facile ricettare e dall'utilizzo effettivo di attrezzature sofisticate e costose, oggi molto basso perché in alcuni casi sono utilizzate solo per fare ricerca”. Un richiamo all'utilizzo del criterio del reddito che ignora il problema dei nuclei familiari numerosi e in difficoltà è venuto in ultimo da Sandra Monacelli (Udc).

A fine lavori il presidente della Commissione Massimo Buconi ha commentato positivamente il varo delle linee di indirizzo del riordino della sanità umbra. “Quello di Tomassoni è un annuncio importante, come Commissione daremo tutta la nostra disponibilità ed attenzione perché il dibattito si apra subito e celermente nell'organismo consultivo preposto che istituzionalmente è proprio la terza Commissione”.

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