PERUGIA - 1966-2011, 45 anni di donazioni. AVIS Perugia compie 45 anni domenica 2 ottobre, e dedica al popolo dei donatori una grande festa in piena acropoli perugina, la “Giornata del Donatore”.

AVIS Perugia, i dati – quarantacinque anni ovvero, una crescita costante ed esponenziale per la sezione perugina di AVIS: nel numero di donatori, e delle singole donazioni. Nel 1966 si partiva con 17 donatori, i pionieri, per un totale di 29 donazioni in un anno. Nel 2010, 3.999 donatori hanno portato ad AVIS Perugia 5.344 donazioni singole: 4.529 di sangue intero e 815 di aferesi (plasma o piastrine, o plasma e piastrine insieme). Da 29 a 5.344 donazioni, passando attraverso 45 anni di incremento costante. I dati fino ad agosto 2011, quindi ancora parziali, si attestano sulle 3.633 donazioni, con 370 nuovi donatori.

Obiettivo 6mila – con il picco raggiunto nel 2010, AVIS Perugia festeggia i suoi 45 anni puntando alle 6mila donazioni annue. “Un obiettivo realistico, che nel 2012 potremmo raggiungere, se ci fosse uno sforzo autentico di ancora più perugini” commenta Vania Battistoni, presidente dell’AVIS perugina. Il precedente traguardo, le 5mila donazioni, era stato doppiato nel 2009, con 5.199 donazioni. Per il 2012, con i nuovi dati incoraggianti e i nuovi donatori, si punta ai 6mila.

Emergenza sangue – ma quanto l’apporto di AVIS Perugia, insieme alle sezioni locali e a quella provinciale e regionale, riesce a colmare il fabbisogno del territorio? “Purtroppo l’autosufficienza non è ancora stata raggiunta” è la constatazione di Vania Battistoni. E purtroppo si rivela un ‘bersaglio mobile’, sempre sfuggente. Complice la mole di interventi e in particolare di trapianti presso il Polo Unico ospedaliero, il fabbisogno di sangue è in aumento: ogni anno si registra un aumento medio del 5% in Umbria. Ma più che di numeri annuali, si deve parlare di fabbisogno mensile, dato che è in continua oscillazione. D’estate, il fabbisogno diventa emergenza, a causa delle ferie dei donatori periodici e insieme dell’ingresso dei turisti sul territorio. Se ad esempio in estate il fabbisogno mensile umbro è di 4mila donazioni, le donazioni in questo periodo arrivano a 3.300. La rete nazionale riesce a colmare il gap, ma poi l’Italia spende 7-800mila euro l’anno per acquistare dall’estero sangue ed emoderivati. Con i prevedibili aggravi per una Sanità già in deficit.

Il popolo dei donatori – in tale contesto, i donatori AVIS aumentano, anche se c’è ancora bisogno di nuovi ingressi, specie per quanto riguarda i donatori periodici. Fidelizzare, è la parola d’ordine di AVIS. Un popolo trasversale, quello dei donatori, per età, sesso, scolarizzazione, livello economico. Con dei tratti comuni: il “contagio in famiglia” – genitori donatori crescono figli donatori, addirittura a Perugia vi sono alcune famiglie dove anche i nonni erano donatori – e l’esempio diretto, anche intere aziende possono essere spinte a donare dall’esempio di un dipendente: vedi il caso del veterano Cosimo Pisanò, con la sua Cooperativa Servizi Associati.

I Veterani – domenica 2 ottobre alle 9.30 in Piazza IV Novembre al Duomo, alle 10.30 lungo Corso Vannucci per una sfilata, e alle 11.30 per la premiazione, ci saranno loro, i “veterani”: 50, 75 o addirittura 100 donazioni nel corso di una vita. I “numero-100” sono Fabio Campagnacci, Valter Cecchini, Cosimo Pisanò, Giuseppe Ferretti. I “numero-75” sono in 40, ad essere presenti alla premiazione saranno in 16; i “numero 50” sono 150, in 34 saranno alla Cerimonia. Non un segno di disinteresse: molti donatori veterani hanno esplicitamente rinunciato a cerimonie pubbliche, e si sono recati in separata sede, e in silenzio, presso la sede AVIS per ritirare la medaglia.

L’appello di Vania Battistoni – “Cosa potrei dire per convincere un potenziale donatore?” chiosa. “Che oltre alla gratificazione personale, il donatore beneficia di ‘sangue nuovo’ e di un controllo accurato e gratuito del suo stato di salute; che fa risparmiare al sistema-Italia, non dovendo più essa ricorrere al sangue estero; che prevenendo eventuali patologie, lo stesso donatore fa risparmiare soldi alla Sanità pubblica”. E poi c’è l’appello di sempre: “per un amico lo faresti; lo fai anche per me? La vita è fatta di scelte, AVIS è una scelta per la vita”.

 

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