“L'Umbria resta in testa alla classifica delle morti per overdose perché qui la politica non ha ancora dato un taglio netto con quello che sopratutto nel passato è stato un approccio culturale positivo verso il diffondersi del fenomeno”. Lo afferma Maria Rosi, consigliere regionale del Pdl, all'indomani “dell'ennesimo week-end
trascorso da alcuni giovani umbri all'insegna di droghe e alcool”. L'errore che si fa oggi, argomenta Maria Rosi accusando la politica regionale di superficialità sui temi della sicurezza dei cittadini e della tossicodipendenza, è di “porre al centro del dibattito sulla droga nozioni puramente scientifiche e mediche, importantissime, ma insufficienti perché omettono ogni considerazione sugli aspetti culturali che hanno portato ad una diffusione assolutamente incredibile della droga nella nostra società. Non si chiedono quali sono state le responsabilità del mondo della politica, dei media, di una parte del mondo dello spettacolo, degli opinion maker nel favorire questo dilagare dell'uso delle droghe”.

Se vogliamo davvero porre un argine al fenomeno dell'uso di droghe, prosegue Maria Rosi, dobbiamo arrivare ad un'alleanza di queste realtà con il mondo giovanile che deve essere chiamato ad assumersi le sue responsabilità. Lo scandalo - precisa ancora l'esponente del Pdl - non sta nello scoprire che attori, cantanti, politici fanno uso di sostanze stupefacenti; ma nella mancanza di condanna della società nei confronti di una quasi apologia dell'uso di sostanze. Se un tempo la droga riguardava chi stava ai margini, oggi è divenuta uno strumento di socializzazione e nessuno si ribella a questa triste realtà. Solo qualche volonteroso tra noi continua a provarci, ma - conclude Maria Rosi -, ci sono partiti politici che fanno campagna elettorale distribuendo cartine e filtri per rollare le canne: nessuna rottura rispetto alla generazione sessantottina”.

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