Cosa lega il volo di un uccello alle danze urbane innescate da un contesto metropolitano? Ci sono connessioni impalpabili tra realtà parallele e pulsanti sensibilità che rimangono inesplorate, quasi sconosciute nell’era dei social. Ma i sottili legami possono rivelarsi fortissimi se illuminati da sapienti drammaturgie. Il battito d’ali di una farfalla può scatenare ritmo, velocità e sincronicità e rendere visibile l’intima connessione con la natura, fuori e dentro. Quando la danza esplora i linguaggi giovanili può succedere che messi a fuoco siano potenti ritratti generazionali, come quelli proposti dal coreografo Afshin Varjavandi. Che torna con una serie di date nei teatri umbri a presentare, insieme alla danza, i suoi nuovi danzatori guidati da quelli storici della INC innprogress collective. Con Ina suite, che raggruppa quattro creazioni realizzate nel corso degli ultimi dieci anni, sono in scena insieme agli storici danzatori – Jenny Mattaioli, Mattia Maiotti, Elia Pangaro insieme a Debora Renzi- anche le nuove leve al debutto, dopo un anno speso nell’alta formazione offerta da Ina atelier in collaborazione con Déjà Donné, storica compagnia di danza contemporanea con sede in Umbria. Dopo i teatri di Corciano e Tuoro, nello scorso fine settimana, Ina suite va in scena sabato prossimo a Panicale ed il 15 marzo a Bastia Umbra.

Isabella Rossi

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