Trasmettiamo alcune riflessioni sulla riforma endoregionale del segretario aziendale della Cgil della Provincia Giovanni Roccatelli, contenute in una lettera aperta inviata agli iscritti : “Voglio fare alcune riflessioni che provengono dall’attuale fase politica che stiamo attraversando connessa alla gravissima crisi economica del nostro paese nonchè soprattutto all’aumento del senso di precarietà che sento dentro di me e penso che è sentito da tutti i lavoratori compresi quelli del pubblico impiego. La politica regionale non ci aiuta. In questi anni di “fannullismo”, noi del pubblico impiego, siamo stati additati come coloro che in qualche modo con i loro comportamenti, sono oggetto della crisi in atto, (troppa burocrazia, esuberi, inefficenza, e quantaltro) e siamo anche coloro che pagano ogni giorno questa crisi. il sistema pubblico va verso la privatizzazione. Ce lo dicono le leggi nazionali ce lo ripete la nostra Regione con le riforme che sta producendo.

Si creeranno “Agenzie” , si esternalizzeranno servizi importanti (vedi Servizi per l’impiego oggi gestiti dalle Province) e si è “semplificato” il sistema delle autorizzazioni in diversi campi (urbanistica e ambiente ecc.). In particolare in questo settore si sta concretizzando la delegittimazione del sistema pubblico, passando dalla “garanzia” che veniva data al cittadino e all’impresa da parte del servizio pubblico attraverso l’emissione di una autorizzazione e quindi di assunzione di responsabilità pubblica (uguale per tutti!), alla certificazione del professionista o di altri eventuali enti di certificazione senza reali garanzie finali (pensate allo sviluppo del sistema assicurativo che ci sarà in questo senso) e di mancata individuazione dei responsabili di un procedimento.

La Regione non si accorge che è complice di questa trasformazione, oppure lo sa il che è ancora peggio. In questo contesto per le Province si vede finalmente la luce di una loro scomparsa. Bene per tutti. Tutti convinti. Ente inutile. Non c’è dubbio. Ma nessuno ne discute efficacemente. La politica cavalca le sensazioni dei cittadini. Ma loro non lo sanno cosa accadrà. Quanto gli costerà domani quella licenza edilizia! Quanto gli costerà certificare la denuncia di uno scarico non in pubblica fognatura, quanto costerà fare un piano regolatore ai comuni, e soprattutto chi controllerà che tutto sia nel rispetto delle leggi. Chi coprirà quella buca nella strada, di chi sarà la responsabilità, chi controllerà se funzionano i riscaldamenti in una scuola o di una casa privata, chi controllerà se ci sarà una esondazione del Tevere od una piena in arrivo, chi programmerà gli interventi di manutenzione idraulica, chi sarà responsabile del rischio idraulico, chi controllerà se un’impresa è in regola per le emissioni in atmosfera, cosa accadrà al territorio quando saranno gli stessi comuni a fare le valutazioni di impatto ambientale delle loro stesse varianti, chi gestirà i nostri cacciatori e pescatori e soprattutto chi gestirà sul territorio gli aspetti faunistici, chi gestirà la pianificazione urbanistica di area vasta, o delle vie di comunicazione stradali, ecc..

Ma soprattutto per l’attuazione più in generale del sistema di pianificazione regionale che oggi rimane un atto di indirizzo e di linee guida, chi farà la pianificazione operativa su urbanistica, programmazione faunistica e del lavoro? La risposta già la conosco, e cioè che questi servizi ovviamente non scompariranno e verranno redistribuiti fra la Regione e le Unioni dei Comuni(???!!!). Bene! E questo avverrà con lo stesso personale oggi in servizio??!! Immagino di no. Ma poi in realtà siamo sicuri che garantiremo ai cittadini gli stessi livelli di servizi che hanno oggi? Immagino di no. La realtà è che qualcuno ha nascosto il foglio del “come”. Vi invito a visitare il sito della Provincia di Perugia dove lavoro, cliccando in alto a sinistra su “guide tematiche”, fatevi un giro e soprattutto fatevi le mie stesse domande e provate a dare delle risposte.

Oggi si sta discutendo se le Province dovranno avere altre deleghe e contemporaneamente assorbire parte del personale delle ex Comunità Montane (per le quali valgono gli stessi ragionamenti – vedi gestione del vincolo idrogeologico). Associate a questo la scomparsa delle Province entro uno o due anni al massimo ed associate ancora a questo quanto previsto dal maxiemendamento sul personale in esubero negli enti pubblici. Domanda: quale sarà il personale in esubero fra qualche anno che dovrà essere collocato obbligatoriamente in altri enti?? Siamo solo all’inizio, ma sarebbe auspicabile muoverci per trovare una risposta che presto i lavoratori mi solleciteranno”.

Fonte: Cittadino e Provincia

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