Di Ciuenlai

PERUGIA - La contromanovra, moderatamente “laburista” del Pd, risolve le diversità emerse nel dibattito umbro di questo partito, sul delicato argomento delle riforme istituzionali. Il testo presentato a Roma, come si dice, “Taglia la testa al toro” e indica la direzione da seguire. E’ una specie di vademecum per le riunioni previste in questi giorni “qua e là per l’Umbria”. Vediamo, quindi, quali potrebbero essere le implicazioni per la nostra regione :
1) I Democratici a Roma hanno chiesto (ieri, non 10 anni fa) il dimezzamento delle Province o, in subordine, la loro trasformazione in enti di secondo grado (Come le Comunità Montane per intenderci). Quindi, trasportato nel cuore verde d’Italia, questo significa, nel primo caso, la chiusura della Provincia di Terni e, nel secondo caso, l’eliminazione delle attuali province. La scelta è tra queste due ipotesi. La Direzione Nazionale del Pd non ne offre altre.
2) Ancora : Radicale riduzione delle società partecipate di Regione ed enti locali. Tradotto : fine della cuccagna che vede ogni territorio ed ogni ente grande o piccolo di questa minuscola regione, avere la sua bella (e costosa) società partecipata;
3) Infine; soppressione di enti, agenzie organismi intermedi e strumentali e attribuzione delle funzioni agli enti elettivi. Quindi Stop a Ati, Atc, enti montani, commissioni e agenzie di ogni tipo.
Cercavate la famosa riforma endoregionale? Eccola qua pronta e servita al coscio by Pierluigi Bersani. E adesso al Pd umbro si aprono due sole possibilità : dargli esecuzione o cambiare segretario.
 

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