di Vito Nocera

L'affermazione dei candidati di centro destra e' piuttosto evidente. 

Tanto piu' significativa perché quella coalizione e' al governo e, in questi mesi, si e' trovata ad affrontare una serie di emergenze che avrebbero potuto travolgerla.

Temo sia il segno che a sinistra (diciamo così) si e' praticamente finora sbagliato tutto.

Opposizione urlata ma priva di ogni consistenza sociale, alleanze improbabili, vaghezza di contenuti adatti a far crescere un senso comune intorno a un programma, nessuna attenzione ai pochi ma significativi episodi di conflitto  (dagli scioperi operai a Fca - Stellantis ad alcune vertenze sociali e per il lavoro)

Nessun tentativo serio di mettersi sulle tracce dei soggetti del lavoro contemporaneo, nella  dustribuzione, nella logistica, tra rider e corrieri sfruttati come schiavi dalle grandi piattaforme del capitalismo tecnologico.

Individuare di questa nuova potenziale classe operaia, problemi, aspettative e bisogni, riorganizzare in qualche modo, intorno ad essa,  un moderno blocco sociale.

Correre qui e la' per il Paese, come fanno  narcisisticamente Conte e la Schlein, e' un modo di far politica che risponde a mere esigenze d'immagine.

Si legge facilmente, in questa modalita',una grande distanza dal Paese profondo, che piuttosto che le loro pantomime preferisce l'anomalia, anche sociale, che nel bene e nel male rappresenta Meloni. 

Non parliamo poi di qualcosa piu' a sinistra, troppa inconsistenza di verdi - sinistra e inutili e vaghe comparsate TV dell'ex sindaco di Napoli. 

Resta la Cgil, con la Fiom, qualche sindacato di base e poco altro, ma che tutti insieme, pur manifestando,  incidono poco. 

E anche il panorama europeo non aiuta.

Se non e' questo il momento per provare a rifondare  tutto cos' altro dobbiamo ancora aspettare?

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