A Perugia la protesta degli studenti

Perugia, 15 settembre – Dopo mesi di didattica a distanza, si rientra a scuola con la mascherina e banchi monoposto, ma fin dai primi giorni gli studenti sono sul piede di guerra: troppe classi pollaio, bus affollati e pochi professori. In centinaia di scuole in tutta Italia si stanno verificando proteste agli ingressi, per chiedere un reale rientro in sicurezza. Anche a Perugia, il Fronte della Gioventù Comunista si è mobilitato.

“Il rientro in sicurezza tanto sbandierato dalla ministra Azzolina non esiste, mancano spazi e docenti – dichiara Maria Chiara Verducci, responsabile del FGC locale –. Come si può parlare di rispetto del distanziamento se ci sono classi pollaio e trasporti pubblici affollati? In questi sei mesi il governo avrebbe dovuto predisporre spazi adeguati e aumentare le assunzioni: le mascherine e la ricreazione in classe non bastano ad evitare il contagio. Abbiamo assistito durante il lockdown all’esclusione di migliaia di studenti dalle lezioni a causa della didattica a distanza: per evitare che questo diventi la normalità bisogna garantire fin da subito sicurezza e diritto allo studio. Sennò saranno sempre gli studenti dei quartieri popolari e delle periferie a farne le spese, e i lavoratori e i precari della scuola su cui il governo adesso fa solo propaganda”.

“Non vogliamo essere costretti a scegliere tra diritto allo studio o alla salute – conclude Verducci –. Siamo pronti a farci sentire, a scioperare, pretendiamo un rientro in sicurezza. Abbiamo avviato un’inchiesta nazionale sul rientro a scuola, non permetteremo che la ripartenza delle lezioni avvenga a rischio e pericolo della nostra salute. Servono soldi alla scuola per garantire un’istruzione di qualità per tutti, non lasceremo che la crisi dovuta alla pandemia diventi la scusa per nuovi tagli e attacchi ai diritti degli studenti e dei lavoratori”.

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