L'assessore regionale Franco Tomassoni è intervenuto alla riunione congiunta di Prima e Terza Commissione del Consiglio regionale, svoltasi questa mattina a Palazzo Cesaroni e dedicata all'illustrazione della proposta di riforma dell'ordinamento del sistema sanitario regionale. Il disegno di legge della Giunta scaturirebbe dalla necessità di: semplificare l'architettura istituzionale del sistema sanitario regionale, riducendo il numero delle Asl e integrando le Aziende ospedaliere per evitare conflittualità che danneggiano i pazienti; rivedere la distribuzione dei finanziamenti alle Asl e alle aziende ospedaliere, valutando costi e fabbisogno standard; rafforzare il ruolo dell'assessorato nella programmazione della sanità regionale, spesso gestita a livello locale, per renderla più organica, funzionale ed efficiente nel controllo del raggiungimento degli obiettivi.

 

In apertura di seduta il consigliere Franco Zaffini (Fare Italia) ha ribadito quanto già comunicato attraverso una lettera ai presidenti del Consiglio regionale e delle due Commissioni consiliari coinvolte nell'analisi del testo, mettendo in discussione la corretta attribuzione dell'atto alle due commissioni. Zaffini in sostanza chiede che venga riconosciuta la sede referente alla Terza commissione la sede consultiva alla Prima, al contrario di quanto stabilito dalla presidenza del Consiglio.

 

L'assessore Tomassoni, accompagnato dal direttore regionale Emilio Duca, ha spiegato che le Regioni hanno l'obbligo di mantenere i bilanci in ordine, altrimenti c'è il rischio del commissariamento, “come avvenuto in Abruzzo, una situazione in cui si perde la propria autonomia e si subiscono decisioni e limitazioni stabilite da altri. I conti della sanità umbra sono in ordine e siamo anche tra i primi, in Italia, nel rapporto tra costi e qualità dei servizi. Il Governo chiede alle Regioni di tenere le spese sotto controllo, ma nel frattempo ci è stata trasferita la competenza, senza alcun contributo economico, sulle Associazioni provinciali degli allevatori, sulla sanità carceraria e sugli ex manicomi criminali. Anche per questo è necessaria una riforma che riduca i costi complessive tenti di compensare il taglio dei trasferimenti nazionali. Per quanto concerne il 2012 comunque contiamo di non avere problemi, nonostante le misure di spending review varate a metà anno che hanno ulteriormente inciso sulle spese già programmate”.

 

L'esponente dell'Esecutivo di Palazzo Donini ha evidenziato che la scelta di accorpare le 4 Asl attuali in 2 sole aziende sanitarie è stata determinata da quanto avvenuto in altre realtà: nelle Marche, ad esempio, la creazione di una sola azienda regionale avrebbe determinato la creazione di ulteriori sotto zone e quindi una complicazione del sistema invece di una sua semplificazione. “Gli studi effettuati in materia – ha riportato Tomassoni - avrebbero determinato in 450mila abitanti la quota ottimale di popolazione da ricomprendere sotto ciascuna Asl. Senza contare che una unica Asl regionale avrebbe comportate l'accentramento nelle mani di un solo direttore di un potere economico e politico enorme. Per quanto riguarda gli ospedali di Perugia e Terni essi resteranno autonomi ma saranno integrati in un sistema unico, superando il paradosso di una sola università con due diversi corsi di laurea in medicina. La sinergia col sistema sanitario regionale è comunque positiva, dato che è da lì che usciranno i medici del futuro e quello è il luogo di ricerca e innovazione”. Gli ospedali che non sono costituiti in Aziende ospedaliere, dislocati in un'unica Azienda Unità sanitaria locale sono accorpati in un unico presidio, con l'obiettivo di assicurare su tutto l'ambito territoriale livelli adeguati ed uniformi di qualità e sicurezza delle prestazioni e di funzionalità dei servizi. Restano presidi ospedalieri autonomi gli ospedali sede di Dipartimento per l'emergenza ed urgenza.

 

Il nuovo ordinamento del sistema – si legge nella relazione alla legge - si sviluppa attraverso “una rivisitazione dell'assetto istituzionale mirata a favorire l'integrazione tra il livello ospedaliero e il livello territoriale, una sostanziale riduzione del numero delle Aziende unità sanitarie locali, l'integrazione delle Aziende ospedaliere con l'Università, la promozione e il potenziamento del modello a rete con l'implementazione delle reti cliniche e sanitarie. Previste inoltre riqualificazione e riorganizzazione della rete ospedaliera attraverso la ridefinizione del ruolo degli ospedali esistenti (da considerarsi quali nodi di una rete integrata di servizi ospedalieri), con l'identificazione dei presidi ospedalieri sede del sistema di emergenza urgenza e quelli accorpati in unico presidio; il rafforzamento della rete territoriale, nella quale vanno potenziate le sue componenti di base, specialistiche, di residenzialità e domiciliarità, (assistenza domiciliare, assistenza domiciliare integrata e le cure palliative), mediante la riqualificazione organizzativa dei Distretti e la promozione dell'istituzione delle Case della Salute; il miglioramento dell'integrazione tra ospedale e territorio garantendo l'effettiva presa in carico dei pazienti dimessi dalle strutture ospedaliere con conseguente potenziamento del percorso di dimissioni protette”.

 

Viene poi prevista la costituzione della “Conferenza dei sindaci” in ciascuna delle unità sanitarie locali istituite. Essa assumerà un forte ruolo nell'ambito della programmazione e pianificazione sanitaria locale e regionale. A livello locale, la Conferenza dei sindaci garantisce la concertazione e la cooperazione tra l'Unita sanitaria locale e gli Enti locali, contribuendo alla definizione delle linee di indirizzo e di attività dell'Unita sanitaria locale di riferimento e della programmazione e delle attività che investono, in maniera unitaria, prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale. A livello regionale, la Conferenza dei sindaci formula indirizzi per l'impostazione programmatica delle attività delle Unità sanitarie locali, esprime alla Giunta regionale pareri sull'efficacia ed efficienza dei servizi, formula proposte ai fini della valutazione dei direttori generali delle Unità sanitarie locali, esprime parere sul progetto di Piano sanitario.

 

Tra le innovazione previste ci sono infine la chiusura entro fine 2012 dell'Agenzia Umbria sanità e la modifica (nel rispetto delle normative europee e del codice degli appalti) delle procedure per l'affidamento del trasporto sanitario ad enti senza scopo di lucro.

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