"Come si sarà capito dalla mia condotta in campagna elettorale, mi piacerebbe passare tutto il tempo a parlare dei bisogni dei cittadini umbri e di proposte, contenuti e progetti.

Alcuni giornali, però, non sembrano altrettanto interessati a parlare di questo. E io non voglio sembrare evasivo. Per questo vorrei spendere due parole, spero definitive, su una vicenda.

Avevo 19 anni, mi ero iscritto al primo anno di ingegneria dopo la fine del liceo classico. Dopo qualche mese mi guardai allo specchio e vidi il riflesso di una persona che aveva bisogno di soddisfare la sua vita non bastando solo a se stesso. Feci 6 mesi di volontariato all’Istituto Serafico di Assisi e da lì iniziò il mio percorso nello splendido mondo del sociale. Da 25 anni lavoro con chi ha più bisogno di noi, con i disabili, con gli anziani, con i bambini.

La moralità e l’etica non sono valori assoluti: si incarnano nella vita quotidiana, nei fatti e nei comportamenti.
E io umilmente ne ho fatto la mia benzina vitale.

Nel 2004 ho denunciato pubblicamente da Presidente di Confcooperative la necessità di trasparenza nel sistema a volte opaco degli appalti pubblici. Il giorno dopo ho trovato l’auto con tutte e quattro le gomme bucate. Nel 2014 a fronte di comportamenti scorretti e decisamente poco trasparenti, per la prima volta nella storia di Confcooperative Umbria ho espulso dall’associazione una cooperativa associata, contro il volere di molti politici locali che mi chiedevano di tutelarla. Nel 2016 da Commissario di Confcooperative Roma e Lazio, chiamato a riorganizzare l’associazione dopo Mafia Capitale, ho espulso oltre 120 cooperative dall’organizzazione e per mesi ho ricevuto minacce di morte.

Ora c’è un processo in cui sono coinvolto, essendo stato per tre anni presidente di un gruppo di imprese sociali che gestiva le mense scolastiche del Comune di Perugia insieme ad un raggruppamento composto da altre 4 grandi imprese multinazionali con sede in Italia, esperte di ristorazione. Nel merito mi viene contestato che in un giorno specifico (uno solo) di un anno (uno solo) in una mensa scolastica su 14 (una sola) ad un bambino (uno solo) sia stata somministrata una quantità di insalata e pisellini non biologici inferiore (di 20 grammi) a quella prevista dal capitolato.

Per la cronaca non ero io ovviamente a somministrare direttamente gli alimenti né a occuparmi dei fornitori, ma le cooperative direttamente interessate alla gestione del servizio. Oggi sì è svolta la prima udienza, servita solo per attivare il procedimento e la seconda seduta è stata rinviata fra un anno (questi sono i tempi della giustizia italiana, lo sapete bene).

Parliamo di un procedimento che dura dal 2016 e che vede coinvolte quattro multinazionali. E parliamo di un servizio che, nel suo complesso, è stato premiato a livello nazionale come una delle migliori pratiche di ristorazione scolastica condotte dal privato sociale.

Ciò detto, ho profondo rispetto per le modalità con cui si cura l'alimentazione dei nostri figli (anche io sono un padre) e ritengo prioritaria l’attenzione su questo settore. Totale. Se ci sono stati degli errori saranno verificati dalla giustizia.

Ma mettere sullo stesso piano 20 grammi di insalata con scandali e reati di cui leggiamo quotidianamente mi pare una forzatura. Proprio oggi leggo che Salvini ha usato illecitamente voli di Stato per 35 volte per continuare con la sua campagna elettorale permanente, che ora stiamo sperimentando anche in Umbria. Cos'è più grave? Lascio a voi la risposta.

Oggi inizio il mio viaggio per la Regione. E non si fermerà il 27 ottobre, ma durerà per i prossimi cinque anni. Non userò voli di Stato. Non ho bisogno di affittare una casa in Umbria per un mese, per sfruttare la nostra terra per logiche nazionali e personali come fa Salvini (che dopo il 27 ottobre si sposterà in Emilia-Romagna, e di noi si dimenticherà, come si è già dimenticato dei sardi o dei lucani. Scommettiamo?)

Userò le mie scarpe, la mia auto e da oggi girerò tutti i Comuni dell’Umbria, uno ad uno, per parlare con le persone e le comunità. Quelle in cui ho sempre vissuto e continuerò a vivere.

La mia sfida non è quella di provare a rubare una bandiera e poi andare via da qui, ma di cambiare la nostra splendida terra nel solco della giustizia, della pace, dell’onestà, della trasparenza, del merito.

Dovevo un chiarimento, prima di tutto a voi. Non posso obbligare la stampa a occuparsi delle questioni determinanti in una campagna elettorale: programmi, idee, soluzioni concrete. Invece noi solo quelle dobbiamo avere come ossessione.

Buon viaggio a tutte e tutti noi".

ANDREA FORA

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