Articolo Uno Umbria si impegnerà nella campagna referendaria per il taglio dei Parlamentari, schierandosi con le ragioni del No. “Siamo preoccupati per il riproporsi, in Italia, della tendenza a comprimere gli spazi della rappresentanza democratica”

Perugia, 18 agosto – L’intesa sul taglio dei parlamentari fu uno dei punti fondamentali per la nascita del secondo governo Conte, di cui Articolo Uno fa parte e che continuerà a sostenere convintamente. Tuttavia, l’intesa prevedeva anche l’introduzione di una serie di contrappesi democratici (riforma della legge elettorale, revisione dei regolamenti parlamentari, abbassamento dell’età della fruizione del diritto di elettorato attivo e passivo al Senato), in grado di stornare il rischio di una pericolosa distorsione della rappresentanza e del suo effettivo esercizio.

 

Articolo Uno Umbria non nasconde una certa preoccupazione per il riproporsi, in Italia, della tendenza a comprimere gli spazi della rappresentanza democratica: l’introduzione dell’elezione diretta di sindaci, presidenti di Provincia e presidenti di Regioni, avvenuta tra il 1993 e il 1999, ha indubbiamente contribuito a depotenziare il ruolo delle assemblee elettive; le Province, oggi in stato comatoso, non poggiano più su Consigli eletti in via diretta dai cittadini; sono stati ridotti anche i rappresentanti nei Consigli comunali e nelle Assemblee legislative regionali; in molte città di media grandezza sono venute a mancare le Circoscrizioni, luoghi funzionali alla partecipazione di base oltre a prima istanza di contatto con l’amministrazione comunale.

 

Inoltre, dalla fine del secolo scorso, in quasi tutte le democrazie occidentali, gli Esecutivi si sono rafforzati a discapito del potere legislativo e questo è reso ben visibile, in Italia, ad esempio, dall’eccessivo uso, nell’ultimo trentennio, dei decreti legge.

 

La Costituzione è un ‘bene comune’. Gli equilibri istituzionali da essa sanciti sono forti, ma allo stesso tempo assai delicati. Per intervenire sulla rappresentanza democratica è quindi necessaria una visione complessiva delle dinamiche istituzionali e, in particolare, di tutte quelle forme che collegano la cittadinanza alle istituzioni: occorre perciò molta cautela e sempre un surplus di riflessione prima di modificarle.

 

Ma demagogia e populismo sono tutt’altro che garanti di un cambiamento razionale, pensato per durare nel tempo e lontano da strumentalizzazioni contingenti. La politica, specie sui temi che toccano la Costituzione, ha il dovere di fornire i giusti input alla società democratica. Viceversa, se la politica si limita a cavalcare le onde emotive del momento e a soffiare sul fuoco rischia di finire per affogare nello smarrimento culturale (prima che politico) o per bruciare sulla pira di un’opinione pubblica che avrà sempre meno fiducia nella politica.

 

È dunque per tutti questi motivi che Articolo Uno Umbria si impegna e invita tutte le cittadine e i cittadini a sostenere le ragioni del No al referendum del prossimo 21 settembre.

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