di Alfonso Gianni.

Più che un ramoscello, metafora per metafora, sembra un nodoso bastone. La Turchia apre un fronte di guerra attaccando i curdi - considerati terroristi come gli appartenenti al PKK - ad Afrin, una delle poche aree della Siria finora risparmiate dalla guerra. Poi toccherà a Manbji. I russi si "spostano", gli americani vedono seriamente minacciati i loro progetti in Siria. Intanto i civili muoiono. Questo attacco può pregiudicare i dialoghi di pace di Sochi previsti per fine mese. Dicono gli iraniani, Ma sembra che nessuno li ascolti. Intanto Erdogan ha dato un nome a questa seconda offensiva nel nord della Siria. La prima la aveva chiamata "scudo dell'Eufrate", quella in atto da qualche ora "Ramoscello d'ulivo". Umorismo nero.

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