PERUGIA - Il governo ha deciso: le elezioni regionali si terranno tra il 31 maggio e il 7 giugno prossimi, Umbria compresa.

Gli schieramenti politici si stanno formando: la destra unita candida Claudio Ricci, il M5S ha individuato la propria candidata presidente, così come hanno fatto il PD e il PSI che sostengono Catiuscia Marini.

Le forze della sinistra, ampiamente intesa, ancora brancolano nell’incertezza.

I soggetti politici della sinistra umbra, Rifondazione, Sel, PdCI, IdV, nonché le liste civiche locali d’ispirazione progressista, ambientalista e di sinistra, sono divise tra loro e al loro interno. Le divisioni attengono alla individuazione dello schieramento con cui partecipare alle elezioni: con il centrosinistra? Fuori dal centrosinistra? Alleati con la Marini? Presentarsi con un candidato alternativo alla presidente in carica?

Si stanno definendo almeno due poli. Il primo è quello che si va costruendo intorno all’Altra Europa, che ha già deciso di candidarsi autonomamente e in alternativa alla Marini, un progetto che ha registrato la convergenza di una parte dell’IdV, una parte del PdCI, una minoranza di Sel e la maggioranza di Rifondazione, ma che ha già registrato il rifiuto della candidatura a presidente della Regione del prof. Mauro Volpi e del sindacalista Vasco Cajarelli. Colpi duri da incassare anche se, al loro interno, non mancano certo personaggi ambiziosi che aspirano a tale riconoscimento.

Sull’altro fronte la maggioranza di Sel aspira, in alleanza col centrosinistra, a d eleggere un proprio consigliere.

La sinistra umbra passa, quindi dal soggettivismo estremo del polo autonomo ai rigurgiti da grande partito di Sel. Situazione pessima per la sinistra che, data questa legge elettorale, corre il serissimo rischio di non eleggere nessun candidato in Consiglio regionale.

Ambedue le posizioni, marcate da un minoritarismo endemico, azzerano la specificità umbra, la storia della sinistra umbra e, per come si stanno delineando, saranno incapaci di incrociare il malessere dell’elettorato dei popoli della sinistra, dei lavoratori, dei giovani, degli ambientalisti.

Forse è il caso che tutti coloro che ritengono necessaria una “costituente della nuova sinistra umbra” avanzino questa proposta anche in campagna elettorale, si assumano la responsabilità di attivare un processo unitario, largo, plurale e democratico, che riproponga il meglio della tradizione della sinistra umbra di governo.

Un processo umbro, autonomo dalle dinamiche nazionali, alternativo al liberismo e alle politiche di austerità, che lavori all’unità della sinistra umbra, per una nuova sinistra e per l’Umbria stessa.

 

 

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