di Arm.Alle.

 

PERUGIA - Pochi conoscono chi fu realmente Gaio Vibio Treboniano Gallo. Un imperatore che, dal 251 al 252 d.C. resse le sorti dell'immenso impero romano in disfacimento e che trovò la morte con il figlio Volusiano per mano di alcuni traditori, dopo avere combattuto ai confini dell'impero contro i barbari. Ebbene, l'imperatore perugino, al quale recentemente è stata intitolata una sala del Cerp della Rocca Paolina, fa ancora parlare di sé. Sì, perché grazie all'interesse storico mostrato per anni e al continuo approfondimento della materia dell'assessore regionale Stefano Vinti e agli studi della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Umbria, si è potuto ipotizzare la presenza di reperti archeologici risalenti all'età di Treboniano Gallo vicino al campanile di San Pietro, presso la facoltà di Agraria di Perugia.

Già qualche tempo fa, infatti, Vinti si iniziò a porre delle domande e a sottoporle alle amministrazioni competenti riguardo alla presenza del mausoleo rinvenuto a San Pietro. Partendo da ciò che restava a Perugia di Treboniano: «Si tratta di due iscrizioni - afferma Vinti -, entrambe recanti le parole Colonia Vibia, in memoria della concessione del diritto di colonia (ius coloniae) fatta dall'imperatore alla sua città natale, e che ci ricordano inoltre la sua famiglia, i Vibii, dalla quale egli derivò il nomen di Vibius. Una è posta al di sopra del celeberrimo Arco Etrusco, che oggi si affaccia sulla piazza Grimana, l'altra è incisa al di sopra dell'Arco di Porta Marzia, ugualmente di epoca etrusca, incastonato dall'architetto Antonio da Sangallo il Giovane nel bastione di levante della cinquecentesca Rocca Paolina per decorarne un ingresso sito lungo l'attuale via Marzia».

Da allora l'interesse alla scoperta della verità su dove fosse stato sepolto l'imperatore perugino s'è acuita maggiormente, grazie alla brillante intuizione del dottor Mario Pagano, Soprintendente per i beni archeologici dell'Umbria, fino ad arrivare a formulare l'ipotesi che il mausoleo a ridosso di uno dei complessi più importanti per la storia tardo-antica e medioevale di Perugia possa essere attribuito a Treboniano Gallo, o comunque che ne contenga le spoglie. Al momento gli studi sono ancora in corso e il dottor Pagano, che sta realizzando un articolo sulla zona proprio per arrivare a dare una risposta a quanto ipotizzato precedentemente, riferisce che «la chiesa fu eretta in posizione eminente sulla piana del Tevere sul monte detto Caprarius, poi detto anche, con trasformazione dotta, Calvarius, non lontano dalla chiesa e dal venerato sepolcro di S. Costanzo, tanto da far supporre che nell'area si estendesse il principale cimitero cristiano della città». Se si prova a fornire una datazione alla costruzione qualche incertezza la si ha ancora, però «il paragone con altre chiese realizzate in area cimiteriale fa pensare - secondo quanto scrive Pagano - , anche in questo caso, come in altri consimili, alla prima metà del V secolo d.C.».

La datazione approssimativa della costruzione e l'analisi del mausoleo circolare rinvenuto alla base del campanile potrebbero provare l'esistenza di una camera funeraria, nella quale sarebbe sepolto l'Imperatore dimenticato di Perugia. «Va considerato - scrive Pagano - l'enorme mausoleo circolare, di quasi 18 metri di diametro, con base quadrata di tre filari in blocchi squadrati di travertino che possiamo immaginare sormontato da una edicola circolare con statue dei principali personaggi ivi sepolti, che costituisce la base del campanile medioevale e rinascimentale della chiesa». Continuando l'analisi, «esso, pur non ingombrando la porta d'ingresso della basilica paleocristiana, appare fortemente condizionare l'architettura della stessa, occupando l'asse della navata laterale e di una parte di quella centrale e costituendo un cono ottico sia per chi veniva dalla città, sia per chi arrivava da Roma».

L'imponenza del mausoleo sembra avvalorare la tesi della proprietà di un «personaggio e di una famiglia talmente importanti per la storia della città, da dover essere tollerati e assorbiti nel progetto architettonico cristiano». Inoltre, la conformazione stessa del mausoleo induce a pensare ad una data di costruzione prossima alla "restitutio augustea" di Perugia.

Ma si tratta realmente del mausoleo dedicato a Gaio Vibio Treboniano Gallo? Secondo Pagano, «tutto induce a pensare al mausoleo della famiglia dei Vibii, la famiglia più eminente della città, dove dovettero essere sepolti gli imperatori C. Vibio Treboniano Gallo e suo figlio Volusiano (morti nel 253 d. C. presso Terni o Forum Flamini), di origini perugine, e che diedero alla città di Perugia lo status di colonia, come documentano le magniloquenti iscrizioni sulle porte della città. La famiglia senatoria a cui appartenevano, i Vibii, era evidentemente ancora assai rilevante nel V secolo d. C.».

Solo ipotesi al momento, ma gli studi e l'articolo in procinto di essere pubblicato potrebbero fugare ogni dubbio sulla paternità del mausoleo. Un monumento funerario che, come ricorda Pagano, «sembra tipico delle aristocrazie senatorie etrusche di età romana e potrebbe essere, a mio avviso, per la sua particolarità e per il fatto che compare anche su urnette etrusche, legato all'etrusca disciplina augurale. Prospezioni georadar e sondaggi archeologici, in corso di programmazione, potranno confermare e meglio illustrare alcune delle ipotesi e ricostruzioni qui prospettate». In attesa che si blocchino i finanziamenti necessari ad ultimare le ricerche, si può solo sperare che il lavoro svolto finora dalla Soprintendenza e dalla sua équipe possa riportare alla luce elementi che hanno fatto pensare alla presenza dell'Imperatore dimenticato proprio li vicino alla basilica di S. Pietro, «espressione più eloquente del benessere di Perugia in età tardo-antica, nei decenni iniziali del V secolo».

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