Or non è molto che “il Sole 24 Ore” rendeva noti i risultati della sua ricerca sulla qualità della vita nelle province italiane nell’anno 2012 che puniva l’Umbria, facendola retrocedere inspiegabilmente rispetto all’anno precedente: in particolare a pagare pegno era stata Perugia che precipitava di ben 11 posizioni, passando dal 31° posto al 42°; meno vistoso il calo di Terni che comunque peggiorava rispetto al 2011 (dal 46° al 48° posto).

Come c'era da aspettarsi, sulla base di questi dati del tutto aleatori si aprirono all’epoca non poche speculazioni politiche. Noi, al contrario, mettemmo in guardia dal non prendere per oro colato questo tipo di ricerche, memori delle notevoli divergenze passate fra le conclusioni tratte da “il Sole 24 Ore” rispetto alle ricerche analoghe promosse da altri istituti.

Ed ecco che oggi, puntuale all’appuntamento, è arrivato il rapporto commissionato da “Italia Oggi” all’Università La Sapienza di Roma che giunge a risultati ben diversi.

Riconosciuto che in entrambi i casi è quella di Bolzano la provincia che si accomoda sul primo gradino del podio, già per il secondo posto si manifesta la prima divergenza: per “il Sole 24 Ore” la medaglia d’argento spetterebbe a Siena alla quale fa seguire Trento con il bronzo, mentre il quotidiano avversario colloca Trento in seconda posizione e Siena finisce addirittura 25esima, alle spalle, udite, udite, di Perugia che dal 28° posto che le era stato assegnato nel 2011 si sarebbe assisa al 24°. Incredibile, tanto più considerato il tonfo catastrofico alla 42esima posizione procurato da “il Sole” al capoluogo umbro. Roba da doversi rimangiare tutte le assurdità pronunciate dagli esponenti di quelle forze politiche che non avevano mancato di esultare per questa retrocessione dovuta, a loro parere, all’incapacità amministrativa dei governi locali.

E Terni? Anche per l’altra provincia umbra il confronto è positivo: per “il Sole” era scesa dal 46° al 48° posto, “Italia Oggi” la fa risalire dal 44° del 2011 al 43° del 2012. Ovvero 5 posizioni sopra a quello assegnatole da “il Sole”.

Ora, se le posizioni di eccellenza di Bolzano e Trento ci possono, stare soprattutto in questa situazione di crisi, trattandosi entrambe di Province autonome, il che vuol dire che possono contare su entrate finanziarie ben diverse rispetto a quelle delle Regioni a statuto ordinario com’è l’Umbria, per cui possono ben spendere per conservare un elevato welfare e per mantenere un altrettanto elevato standard di investimenti, di contro le due province umbre non se la sarebbero passata poi tanto male rispetto al resto d’Italia (ma ripetiamo, si tratta comunque di dati da prendere assolutamente con le molle).

E la riprova la potremmo avere facendo il paragone con altre realtà italiane solitamente abituate, grazie alla forza delle loro economie, ad occupare posizioni di assoluto rilievo nel panorama nazionale: Torino e Milano, fra tutte, che risultano entrambe ben dietro a Perugia: il capoluogo piemontese lo troviamo addirittura al 46° posto (quindi dietro anche a Terni), mentre quello lombardo si colloca non di molto meglio, al 39°. E, da notare, si tratta di regioni governate entrambe dal centrodestra.

Restando poi in Lombardia, c’è anche da considerare che tutte le altre provincie, ad eccezione di Mantova (13), Sondrio (15) e Brescia (23) si collocano alle spalle di Perugia (Varese 27, Cremona 42, Como 39, Lodi 33, Pavia 41 e Lecco 26).

Per ultimo va considerato che il rapporto redatto dall’Università la Sapienza “promuove” le prime 42 province della graduatoria (lo scorso anno erano 45, per cui ci sarebbe stato un peggioramento generale della qualità della vita a livello Paese) definendo la loro situazione “buona” o “accettabile”, mentre nelle altre sarebbe “scarsa”, per cui Perugia è abbondantemente dentro al lotto delle migliori, mentre Terni, al momento fuori per un pelo, sarebbe lì lì per entrarci.

Eugenio Pierucci

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