Di Ciuenlai

 

PERUGIA - La forma indica Mismetti, ma la realtà politica potrebbe dire altro. Non è obbligatorio, ma lo schema del decreto Del Rio, viste le norme per le Città Metropolitane, indica il Sindaco della città capoluogo come Presidente della nuova Provincia. Ma a Perugia, quel comune e quel sindaco non sono nella disponibilità della maggioranza di centrosinistra. (Sui conti dei grandi elettori, vi lascio all'allegato, così vi fate due risate). Quindi, seguendo sempre lo stesso schema, il Presidente della Provincia, se non c'è un accordo di larghe intese, dovrebbe essere il Sindaco della maggiore città governata dalla maggioranza. Appunto Foligno, appunto Nando Mismetti. Ma qualcuno del Pd, strano ma vero, prova a fare un ragionamento tutto politico. Non si tratterebbe dell'ennesima fronda contro qualcuno : “Mismetti – dicono i proponenti di questa nuova ipotesi -  è una candidatura validissima e una figura spendibilissima. Ma occorrerebbe orientarsi, tenendo conto della situazione “sul campo” .

Ci vorrebbe, in sostanza, un candidato che risponda a due precisi criteri :

1) Una figura che abbia un rapporto diretto con il territorio del comprensorio di Perugia, per riequilibrare una situazione che vede, in quest'area, una netta prevalenza della destra (Oltre al capoluogo, anche Assisi, Bastia, Torgiano e Deruta sono in mano ai “Berluscones”).

2) Una figura che certifichi e renda evidente il cambiamento, anche generazionale e che sia in grado di competere e di dialogare con le novità, “alla Romizi”, che la concorrenza ha messo proficuamente in campo.

Investire , insomma , su Perugia, dopo la debacle delle ultime amministrative. Questo, naturalmente, Mismetti permettendo. “Perchè un'operazione del genere, non può essere fatta né contro qualcuno, ne contro altri territori, ma con il consenso di tutto il partito e di tutta la coalizione”. Nomi non ne fanno,  “tanto basta guardare la cartina geografica”.

 

Allegato – Per la serie alla faccia della semplificazione - Gli ultimi “conti” , per essere certi del risultato, li abbiamo affidati ad un matematico. Perchè ci vuole uno con quella laurea per decifrare le astrusità del meccanismo elettorale per l'elezione indiretta del Presidente e del Consiglio Provinciale. Non ci credete, bene vi posto l'allegato alla legge così ve ne rendete conto.

Parentesi a parte i numeri per la Provincia di Perugia, restano comunque gli stessi che conosciamo da tempo : Centrosinistra avanti con il 52,321 %, Centrodestra distante con il 38, 497 %,  M5S al  6, 121% e liste civiche non classificabili al 3,081 %

 

“l'Enigma della Sfinge” ovvero l'Allegato A  (articolo 1, comma 34) decreto Del Rio

Criteri e operazioni per la determinazione dell’indice ponderato  cui e’ commisurato il voto per l’elezione degli organi  elettivi  delle citta’ metropolitane e delle province  Per la determinazione  degli  indici  di  ponderazione  relativi  a ciascuna citta’ metropolitana  e  a  ciascuna  provincia  si  procede secondo le seguenti operazioni:  a) con riferimento alla popolazione legale accertata e alle fasce demografiche in cui sono ripartiti i comuni ai sensi del comma 33  si determina  il  totale  della  popolazione  di  ciascuna  delle  fasce demografiche cui appartengono i comuni della citta’  metropolitana  o della provincia, la cui somma costituisce il totale della popolazione della citta’ metropolitana o della provincia;  b) per ciascuna delle suddette fasce demografiche,  si  determina il valore percentuale, calcolato sino alla terza cifra decimale,  del rapporto fra la popolazione  di  ciascuna  fascia  demografica  e  la popolazione dell’intera citta’ metropolitana o provincia;  c) qualora il valore percentuale del rapporto fra la  popolazione di un comune e la  popolazione  dell’intera  citta’  metropolitana  o provincia sia maggiore di 45, il valore  percentuale  del  comune  e’ ridotto a detta cifra; il valore percentuale eccedente  e’  assegnato in aumento al valore percentuale delle  fasce  demografiche  cui  non appartiene il comune, ripartendolo fra queste in misura proporzionale alla rispettiva popolazione;      d)  qualora  per  una  o  piu’  fasce  demografiche   il   valore percentuale di cui alla lettera b),  eventualmente  rideterminato  ai sensi della lettera c), sia maggiore di  35,  il  valore  percentuale della fascia demografica e’ ridotto a detta cifra; e’ esclusa da tale riduzione la fascia demografica cui appartiene il comune di cui  alla lettera c); il valore percentuale eccedente e’ assegnato  in  aumento al valore percentuale delle altre fasce demografiche  della  medesima citta’ metropolitana, ovvero della provincia, ripartendolo fra queste in misura proporzionale alla rispettiva popolazione, in modo tale che il valore percentuale di nessuna di esse superi comunque la cifra 35; e’ esclusa da tale operazione la fascia demografica cui appartiene il comune di cui alla lettera c);  e) si determina infine l’indice di ponderazione  del  voto  degli elettori dei comuni di ciascuna fascia demografica;  tale  indice  e’ dato, con approssimazione alla terza cifra  decimale,  dal  risultato della divisione  del  valore  percentuale  determinato  per  ciascuna fascia demografica, secondo quanto stabilito dalla lettera c), ovvero d),  per  il  numero  complessivo  dei  sindaci  e  dei   consiglieri appartenenti  alla  medesima  fascia  demografica,  moltiplicato  per 1.000.

 

 

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