A pochi giorni dalla fine dell’anno, nel giorno della grande protesta dei lavoratori delle Province, ancora non vediamo le adeguate modifiche alla legge di stabilità che possano consentire l’inversione di tendenza sui tagli pesantissimi che incombono sugli enti e sulla volontà di dimezzarne gli organici oggi in essere. Il malessere dei lavoratori, assolutamente legittimo e fino ad ora inascoltato, deriva da provvedimenti che mettono a rischio professionalità e posti di lavoro, ma anche i servizi ai cittadini su questioni di grande rilievo pubblico come le scuole, la viabilità, l’ambiente, i trasporti.

Più che un processo riformatore questo è un processo liquidatore!

Il confronto che è in corso con la Regione, e che continuerà, deve servire a dare le garanzie al funzionamento di un sistema che dia organicità alle funzioni esercitate dagli enti e alle professionalità che le assicurano, senza ricadute sull’occupazione e sui salari, ed a portare a compimento quei processi di riordino che da troppi anni non trovano conclusione determinando incertezze e passi indietro.

Ma questo non basta occorre che il Governo e il Parlamento facciano la loro parte correggendo il tiro e con le modifiche necessarie alla legge di stabilità che anche le Regioni e l’ UPI richiedono, diano sostenibilità economica vera alle Province, enti di area vasta, che soltanto pochi mesi fa hanno ridisegnato.

 

Mario Bravi

Raffaella Chiaranti

CGIL Umbria

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