di Arm.Alle.

 

PERUGIA - Si chiama “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni”. È il ddl che una volta approvato comporterà, per gli italiani, un aumento dei costi di due miliardi di euro. Ma di questo il Governo non ne parla. Lo ha affermato il presidente dell’Upi, Antonio Saitta, presentando alla stampa un dossier messo a punto dall’Unione delle Province Italiane dal titolo “Quanto ci costa il disegno di legge Disposizioni sulle città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di comuni”.

Ma cosa prevede il disegno di legge? Innanzitutto, le Province vengono svuotate delle funzioni amministrative e trasformate in enti di secondo grado.  Le nuove Province non avranno organi eletti dai cittadini ma nominati dai sindaci dei grandi Comuni. Inoltre, abolisce le Province nelle aree metropolitane e le sostituisce con le Città metropolitane, enti di secondo livello. Obbliga i Comuni all’esercizio associato delle loro funzioni tramite le Unioni di Comuni. Blocca qualunque processo di riorganizzazione dell’Amministrazione periferica dello Stato. Rinvia il riordino delle agenzie, società ed enti strumentali.

Tutto questo produrrà un’inevitabile aumento della spesa pubblica. Ma a quanto ammonterà questo aumento non è dato saperlo, o meglio il Governo non ha calcolato le spese che dovrà affrontare, nella relazione al testo, infatti, non è indicato il costo degli interventi. Nessuna istruttoria tecnica è stata mai realizzata sull’impatto economico del provvedimento sui conti dello Stato. Lo Stato, però, ha provato almeno a capire i risparmi che dovrebbero esserci con l’attuazione del ddl sulle Province. Iniziamo con 318 milioni di euro di risparmio delle spese elettorali e 11 milioni del costo degli organi politici. Risparmi che per le spese elettorali, in realtà, non ci saranno perché saranno sostenute da Comuni e Stato. Per il resto, il Governo ha affermato che “spera che il risparmio ci sarà”.

Nel dossier, infine, è analizzato il capitolo del trasferimento delle funzioni delle Province alle Regioni che secondo Antonio Saitta provocherebbe “una spesa ulteriore di circa 1,4 miliardi di euro”. Inoltre il ddl sul taglio delle Province “prefigura” anche un Italia divisa in due: da un lato le Città Metropolitane, dall’altro i piccoli comuni che verranno abbandonati. Cosicché a decidere sulle Province, sempre secondo il presidente dell’Upi saranno solo i sindaci dei grandi Comuni e i presidenti delle Unioni dei comuni sopra 10.000 abitanti e i piccoli comuni non avranno la possibilità di essere rappresentati. In questo modo la democrazia sarà cancellata.

 

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