PERUGIA - Sedicente appartenente ai servizi segreti in realtà, secondo la guardia di finanza di Perugia, era un "truffatore seriale" un romano considerato promotore di un'associazione a delinquere dedita al traffico di influenze illecite ed alla truffa.

In base alla ricostruzione delle fiamme gialle, coordinate dalla procura di Spoleto (da dove è partita l'indagine), vantando "importanti contatti e conoscenze" tra forze armate, polizia penitenziaria, Città del Vaticano e "Italo treno" (risultata completamente ignara di quanto accadeva), l'uomo e i suoi complici si erano fatti consegnare "consistenti" somme da un centinaio di persone garantendo loro il superamento di concorsi o l'assunzione nella società di trasporto.
La somma ottenuta, tra 2 e 8.000 euro, in contanti o su carte prepagate, veniva quindi spartita dalla presunta associazione.

Successivamente, a seguito del mancato superamento dei concorsi venivano fornite ai truffati "rocambolesche giustificazioni" per evitare la restituzione del denaro loro carpito.

 

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