Di Ciuenlai – Che noia che barba, Sono primarie sbadiglianti, primarie  in sordina perché il finto partito è in una crisi nera, perché il principale strumento del “populismo autorizzato” ha fatto il suo tempo, anche sul terreno meramente propagandistico  e perché sentire ripetere, fino alla noia, le parole nuovo, innovazione, cambiamento, rinnovamento  ecc. dagli stessi personaggi di sempre, ha un po' stufato tutti.

E’ ormai chiaro a troppi che un congresso è una cosa diversa da una conta sulle persone. Ma il ceto politico ancora dominante nel Pd non può affrontare un confronto politico vero su valori perduti, strategie messe in campo e risultati ottenuti, perché verrebbe letteralmente fatto a pezzi. Prevale quindi l’istinto della conservazione. Rimanere a galla nel sedicente partito del centrosinistra, sperando in un miracolo di Sant’Antonio (o chi per lui)  alle prossime Amministrative. Per la serie “hai vinto mai”?

Insomma, sulle tracce dei grandi ideali del perduto renzismo,  ci si attacca a tutto quello che passa il convento, a tutto quello che conferisce un ruolo, anche se minimo. Dal condominio in su , non si butta più niente. Un gioco di posizionamento che però, come tutte le cose del Pd, potrebbe durare pochissimo. Qualche mese dopo le “secondarie” regionali,  ci saranno le “primarie” nazionali. Se guardate le liste dei due candidati scoprirete che in tutti i due schieramenti ci sono sostenitori di tutti i concorrenti alla massima carica del Pd.

Cioè la maggioranza che uscirà domenica dalle urne potrebbe, dopo poche settimane, saltare in aria come una polveriera, per effetto dei riposizionamenti, rispetto ai nuovi equilibri che si formeranno a Roma. Quindi il vincitore potrebbe trovarsi, quasi da subito, col sedere per terra. Ma torniamo a domenica.  

Qualcuno, con grande esperienza di elezioni, votazioni e di numeri  si è divertito a fare delle proiezioni sul risultato. Partendo da una base minima di 10 mila votanti e facendo leva su voti personali, preferenze, influenze, sostegni di peso e quanto fa consenso, ottenuti dai due nel recente passato, è arrivato ad una conclusione . In base a queste caratteristiche uno dei due è accreditato di un forchetta che va da un minimo del 55 ad un massimo del 70% dei voti. Il Nome? Sarebbe scorretto farlo a poche ore dall’apertura dei seggi. Tornate a leggere questo articolo nella tarda domenica e ve lo sveleremo.

P.S Come promesso, a pochissime ore dalla chiusura dei seggi, riveliamo il risultato della proiezione. Il vincitore sarebbe Bocci. Io però, a differenza del mio amico, non ne sarei completamente certo. Negli ultimi giorni è notevolmente cresciuto (anche sul Web) un insistente Tam Tam tra tanti ex Pci che, nonostante le divergenze e le perplessità, si sarebbero convinti di dare il proprio sostegno a Verini per evitare che un ex Dc conquisti il Pd (cosa peraltro già avvenuta 10 anni fa con la segreteria Bruscolotti). E' un  sentimento molto diffuso, che, non lo nego, ha colpito anche il sottoscritto e che alla fine potrebbe incidere sul risultato. Sempre che questo sentimento si trasformi poi in voti reali.

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