“In merito ai prefabbricati post sisma di proprietà della Regione, posizionati su terreno dei privati, l'Agenzia del Territorio sta procedendo all'annullamento degli accertamenti”. È quanto emerso dall'audizione in Seconda Commissione dell'assessore regionale al Bilancio, Gianluca Rossi, accompagnato dal dirigente del Servizio Protezione Civile Sandro Costantini, da Adalgisa Masciotti (assessorato) e Alberto Sabatini (Protezione Civile). L'incontro con la Giunta regionale era stato richiesto da Andrea Smacchi (Pd) al fine di “chiarire la situazione dei tanti prefabbricati di proprietà della Regione che si trovano ancora nei terreni delle zone colpite da terremoto, i cui proprietari sono alle prese con le richieste di regolarizzazione catastale”.

 

L'assessore Rossi, dopo aver ricordato i passaggi salienti della questione ha assicurato che l'Agenzia del Territorio, dopo un recente confronto con la Regione, ha interrotto l'emissione di avvisi di pagamento, assicurando il monitoraggio costante della situazione e qualificata assistenza ai cittadini interessati. Rossi ha fatto sapere che sta andando avanti anche una importante interlocuzione con i soggetti interessati per l'eventuale acquisizione della struttura, se non in contrasto con lo strumento urbanistico del comune di residenza. Da quanto sottolineato nel corso della riunione è emerso che in molti casi le strutture, relative ai vari terremoti del 1979, 1984 e 1997 hanno cambiato destinazione d'uso. Il recupero da parte della Regione delle strutture di sua proprietà (circa 700) comporterebbe una spesa di oltre 1milione di euro e, a causa della mancanza risorse, la rimozione ha subito e subisce rallentamenti. Rossi ha comunque ribadito la necessità di “fare chiarezza su competenza e responsabilità”, assicurando che la Regione farà “fino in fondo il proprio lavoro”.

 

Per Andrea Smacchi (Pd) “l'incontro di oggi è servito a chiarire definitivamente la situazione dei prefabbricati di proprietà della Regione Umbria. Molti cittadini – continua - sono alle prese con una situazione paradossale a seguito delle richieste di regolarizzazione catastale dei fabbricati container e modulari sistemati dopo gli eventi sismici e, a loro, la Regione deve assicurare un percorso che consenta di annullare le procedure sanzionatorie. Infatti alcuni cittadini, anche seguendo le indicazioni sbagliate di alcune amministrazioni comunali, hanno proceduto all’accatastamento dei moduli mentre altri cittadini hanno preferito fare ricorso alla commissione tributaria sostenendo ingenti spese economiche. Oltre a proseguire il percorso conciliativo con l’Agenzia del Territorio – conclude Smacchi -, sarà anche necessario individuare le risorse economiche per procedere con l’attività di rimozione”

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