di Franco Cesario

ASSISI - Borghetto Vara provincia di La Spezia: un paese completamente distrutto dall’alluvione delle scorse settimane. Una situazione estremamente difficile che però ha visto i suoi abitanti rimboccarsi immediatamente le maniche, senza inutili piagnistei o isterismi, per poter tornare alla normalità, grazie anche all’aiuto di decine di militanti delle Brigate di Solidarietà Attiva e di Rifondazione Comunista e nonostante essi abbiano sostanzialmente perso tutto, le attività economiche siano state spazzate via e gli aiuti istituzionali non siano stati estremamente tempestivi.

Dobbiamo constatare con rammarico, infatti, come non sempre gli interventi siano stati funzionali alle vere esigenze della popolazione colpita e che molti abitanti si siano lamentati, direttamente con noi volontari, nemmeno tanto velatamente, per il pressappochismo e la scarsa coordinazione delle forze in campo che a volte hanno dimenticato intere zone periferiche al centro cittadino.
La prima cosa da fare in queste situazioni è la solidarietà immediata, il fare concreto, l’aiuto spontaneo.
Ed è quello che noi da Assisi e dalla provincia di Perugia abbiamo apportato, insieme a tanti giovani provenienti da tutta Italia, coordinati dalla impagabile Federazione PRC della provincia di La Spezia che sta svolgendo un ruolo infaticabile e continuo fin dalle prime ore del disastro.

Questa pronta risposta ha permesso alle popolazioni colpite non solo di avere un aiuto concreto immediato ma anche di capire di non essere state lasciate sole al loro destino.
Questa azione, inoltre, dà a chi l’ha compiuta attivamente, la possibilità di dire la propria opinione sulle cause di tale disastro.

Non è pensabile che in un Paese civile come dovrebbe essere il nostro, non si spenda nemmeno un euro per la prevenzione e le messa in sicurezza delle nostre comunità locali mentre si sperperano, ad esempio, 17 miliardi di euro per un’opera inutile, dannosa e non voluta come la Tav in Val di Susa.
Ogni volta che in Italia piove ci si trova di fronte ad un alluvione o ad una situazione di estrema emergenza che determina sempre e comunque danni gravissimi con feriti e spesso morti e questo perché non c’è manutenzione del territorio, non si pensa al recupero idrogeologico e non si effettua repressione dei fenomeni di abusivismo edilizio.

Oltre tutto nei prossimi mesi occorrerà vigilare affinché la ricostruzione non rappresenti un’occasione d’oro per i soliti sciacalli profittatori per speculare sulle spalle delle disgrazie della povera gente, come è avvenuto, solo per citare un esempio recente, in Abruzzo dopo il tremendo terremoto dell’aprile del 2009.
Per tutte queste ragioni nei prossimi giorni partiremo ancora alla volta della Liguria, in modo ancor più numeroso ed organizzato, per adoperarsi concretamente in ciò che il nostro pensare solidale e la nostra idea di società ci obbliga continuamente a fare.

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