PERUGIA - La piazza del mercato a Ponte San Giovanni, tra la caserma dei Carabinieri  e via Cestellini, è il punto di incontro più grande del paese: è parcheggio, è piazza del mercato, è luogo di raccolta per eventi sportivi e folkloristici. Un'area frequentata e utilizzata da cittadini, automobilisti e commercianti per le varie iniziative che vi si svolgono. E' avvilente però che i cittadini, il giovedì, si trovino di fronte, con le borse della spesa profumate di ortaggi, dei marciapiedi e delle aiuole piene di cartacce e di altri oggetti abbandonati dai soliti maleducati, con erbacce secche e rami caduti dagli alberi.

Nel costo della spesa dei cittadini c'è senza dubbio qualche centesimo che gli ortolani e gli altri commercianti devono “caricare” sul conto per la tassa che, ogni giovedì, devono versare al Comune per l'occupazione del suolo pubblico. Perché il Comune, detraendo qualche centesimo da quella tassa, non provvede, non dico tutte le settimane, ma almeno quando c'è bisogno, a ripulire marciapiedi e aiuole rendendo vivibile e visibile il “contorno” di una zona “pubblica-comunale”?

Perché, si chiedono soprattutto le signore impegnate nella spesa, debbono essere sempre i cittadini a segnalare le brutture delle strade e del territorio comunale vissuto dagli abitanti, vessati da tasse e balzelli, senza che nessuno addetto alla tutela e alla salvaguardia delle zone “vissute” si preoccupi di intervenire o di fare intervenire “chi di dovere”? Ma chissà chi è questo “chi di dovere” cui si appella sempre il cittadino?

Si spera che giovedì prossimo i frequentatori del mercato di Ponte San Giovanni trovino marciapiedi e aiuole ripulite e gradevoli da vedere. La tutela anche di piccole cose che riguardano il paesaggio, la natura, il territorio in cui viviamo sono un segno di civiltà e di “cultura”, quella che non è stata riconosciuta alla città di Perugia per la nomina europea del 2019.

gino goti

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