di Gino Goti

PONTE SAN GIOVANNI - E' da qualche tempo che il “paese” o la “frazione” di Ponte San Giovanni viene appellata “quartiere”: sulla stampa, sui discorsi e sui comunicati anche delle istituzioni, su alcune testate on line, nelle parole di cittadini di varia estrazione sociale, abitanti a Perugia e nei paesi limitrofi.
“Quartiere”, per il dizionario Devoto-Oli, “è un nucleo autonomo per tradizione o fisionomia all'interno di un agglomerato urbano: il quartiere di Santa Croce a Firenze, quartiere residenziale, quartiere bancario, quartiere commerciale, e via di seguito”.

Per il Dizionario Enciclopedico Italiano “quartiere” nella terminologia urbanistica (e nell'uso comune) una parte, una sezione della città, più specialmente quando essa è costituita da un complesso di vie, piazze e fabbricati aventi caratteristiche storiche, topografiche e edilizie particolari, per le quali il quartiere rappresenta un organismo urbano ben definito e, modernamente, anche un nucleo autosufficiente, cioè completo di ogni servizio.

Per venire a noi e alla città di Perugia si possono quindi definire quartieri: Monteluce, Borgo XX giugno, la Pallotta, Fontivegge e così via. Restano esclusi quindi le località che, usciti dal territorio della città, sono indicati con una cartellonistica stradale come “frazione”: Ponte San Giovanni, Ponte Felcino, Pretola: per rimanere proprio a ridosso della città. Ponte San Giovanni, che ormai conta dai 18.000 ai 20.000 abitanti, non è soltanto un paese ma ormai quasi una cittadina con tradizioni storiche legate agli Etruschi e poi alla antichissima Pieve di Campo, forse il primo nucleo storico abitato nei pressi del Tevere. E Ponte San Giovanni ha ovviamente i suoi “quartieri” : il Castellaccio, la Molinella, Montevile, Borobò, il Bassettone, la Comunale (attuale via della scuola), il Molinaccio come quartiere anche industriale, la stessa Pieve di Campo come quartiere residenziale. Addirittura ci sono proposte, già avanzate a chi di dovere, per aggiungere sulla cartellonistica stradale di Ponte San Giovanni l'attributo di “Città dei Velimna”, a ricordo della famiglia di Arunte Volumnio il cui Ipogeo è situato proprio nel territorio ponteggiano e per evidenziare la fervente attività dell'Associazione Pro Ponte nell'organizzare “Velimna, gli Etruschi del Fiume”, una manifestazione con alti valori culturali per promuovere la conoscenza delle tradizioni, dell'arte, della storia, della gastronomia dell'antico e ancora misterioso popolo che abitò proprio in questa zona e di cui restano preziose testimonianze. Quindi una motivazione non “secessionista” dalla città di Perugia (almeno per il momento), ma per sottolineare la storicità di Ponte San Giovanni le cui origini si fanno risalire al IV° sec.a.C. La vasta Necropoli del Palazzone, a ridosso dell'Ipogeo, risale addirittura al VI° secolo avanti Cristo.

I cittadini di Ponte San Giovanni si augurano quindi che d'ora in avanti si eviti di appellare “quartiere” questo nucleo abitato popoloso e vasto, costituito da vari “quartieri” e circondato da storici nuclei satelliti come Balanzano e Collestrada, la cui antichità e autonomia è testimoniata da ritrovamenti archeologici e dalla sua antica struttura architettonica suggestiva e ottimamente conservata.
 

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