“È vergognoso come l'assessore regionale alla Sanità, Franco Tomassoni si sia rifiutato, per ben due volte, di
rispondere alla mia interrogazione (question time) sulle conseguenze relative alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 che mette in gioco la salute e la vita delle donne”. Lo scrive, in una nota, il consigliere
regionale del PdL, Maria Rosi ribadendo il quesito contenuto in una sua interrogazione dello scorso mese di settembre: “nel caso di complicazioni fuori dall’ospedale, se la donna fa causa e chiede i danni, a pagare
sarebbe il medico o la Regione?”

Per l'esponente del PdL, “i cittadini hanno il diritto di sapere chi paga in caso di morte della paziente. La sinistra – continua - è stata invece 'brava e veloce' a far passare la somministrazione della pillola in regime di
day hospital, dichiarando che i rischi connessi erano minimali. Forse tanto minimali – osserva Rosi - da non aver previsto una cosa semplice, ma essenziale trattandosi della vita delle donne: il risarcimento in caso di
errore. Comprendo che l'assessore Tomassoni, vista anche la sua provenienza cattolica, sia in difficoltà nel dover rispondere su una scelta effettuata dal precedente assessore, cioè direttamente dalla presidente Catiuscia Marini, ma i politici non possono rifiutarsi di dare risposte ai cittadini e, a volte, è meglio ammettere l'errore impegnandosi a correggerlo”. “Con la somministrazione della pillola RU486 – conclude Maria Rosi - si gioca con la vita delle donne e noi non possiamo permettere che questo possa portare a dolorosi lutti per le famiglie. Non si può continuare in certe scelte solo perché si deve rimanere fedeli ad una sterile ideologia o rispondere a logiche di potere”.

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