Perugina/Volumi produttivi in calo, la Rsu preoccupata per il silenzio di Nestlè
PERUGIA - La RSU Perugina riunitasi lunedì 15 luglio esprime ancora una volta tutta la sua preoccupazione in merito alle sorti dello stabilimento di San Sisto. Esattamente un anno fa la Rsu sottoscrisse in Confindustria un importante accordo attivando il contratto di solidarietà per gli oltre 800 dipendenti a tempo indeterminato dello stabilimento.
“Firmammo quell'accordo – si dice in una nota della rappresentanza sindacale - a fronte delle dichiarazioni dell'azienda che evidenziava un numero importante di esuberi, dovuti al calo dei volumi produttivi.
Come RSU abbiamo accettato questo sacrificio per due motivi: da un lato evitare che gli esuberi si trasformassero in licenziamenti, dall'altro dare tempo alla Nestlé per presentare un piano industriale strategico per la Perugina”.
È trascorso un anno da quell'accordo e manca un anno alla sua scadenza.
In questo tempo la RSU ha più volte e in più sedi (Confindustria, Coordinamento Nestlè nazionale, Coordinamento Nestlè europeo) incalzato l'azienda chiedendo appunto il Piano Industriale per la Perugina, “ma l’unica cosa certa che abbiamo avuto come risposta è stato l’ulteriore calo dei volumi produttivi, che per la prima volta sono scesi sotto le 25.000 tonnellate”.
“Questo calo così vistoso – osserva la Rsu - ha costretto i lavoratori a tempo indeterminato ad enormi sacrifici, ma chi sta maggiormente pagando sono i lavoratori stagionali, da sempre parte organica della fabbrica (250 unità) che vedono ridotte al lumicino le possibilità di avere un lavoro stabile, o almeno che duri diverse mensilità, in Perugina.
Ad un anno, appunto, dalla fine del Contratto di Solidarietà, non vediamo alcun impegno concreto da parte di Nestlè per aumentare le produzioni a San Sisto”.
“Questo estremo silenzio da parte di Nestlè, che pare comportarsi come se tutto andasse bene – prosegue la nota -, non solo ci preoccupa, ma ci impone anche di chiedere nuovamente il coinvolgimento delle Istituzioni locali, regionali così come del Governo.
In questi giorni si è insediata la nuova giunta regionale, con il nuovo assessore allo Sviluppo economico. Ci attendiamo che nei prossimi giorni le Istituzioni, come già hanno fatto nelle settimane scorse, siano al nostro fianco in un’ottica di complementarità in questa fondamentale ‘vertenza Perugina’”.
Nel mese di marzo, il Ministero dello Sviluppo Economico, nella persona del Dott. Castano, fu presente ad una iniziativa organizzata dalla RSU proprio in merito alla “vertenza Perugina”. La RSU ritiene che da lì occorra ripartire per portare la questione sul tavolo del Governo.
Per ultimo la RSU ribadisce un concetto chiave: “in fabbrica esiste un mix vincente di esperienza, professionalità, flessibilità produttiva, varietà di produzioni, con un marchio storico riconosciuto in tutto il mondo come top del settore, che è appunto il marchio Perugina. Seppur in presenza di una crisi, non è possibile che la nostra fabbrica attraversi un momento storico così difficile, spiegabile solo con la scarsa attenzione che Nestlè sta dedicando al settore in Italia e in modo particolare a Perugia”.
Venerdì
17/07/15
13:00
Pur comprendendo le difficoltà e l'incertezza sul proprio futuro dei dipendenti della Perugina-Nestlé (ai quali va tutta la mia vicinanza e solidarietà umana), se posso permettermi un sommesso suggerimento alle RSU aziendali nelle richieste da avanzare alle istutuzioni locali (Giunta Regionale ed Assessore allo Sviluppo economico in primis), oltre ad un sostegno nella vertenza in corso, di impegnarsi soprattutto a favorire l'emersione di nuove opportunità di impresa in ambito regionale che possano nel tempo assorbire le professionalità e la forza lavoro in uscita (già avvenuta o con ogni probabilità prossima) da quei settori (come l'edilizia) ed aziende (manufatturiere basate prevalentemente sulla produzione quantitativa e non qualitativa) che negli ultimi anni hanno subito un forte ridimensionamento (con conseguenti significativi esuberi di personale) o che comunque è improbabile (come nel caso della Perugina-Nestlé) che nei prossimi anni si potrà assistere ad una reale e significativa inversione di tendenza in merito ai livelli di produzione. Perchè se si pensa di assicurare un futuro alle famiglie ed ai cittadini umbri (incluso a quelli attualmente occupati alla Perugina-Nestlé) attraverso la mera conservazione dei posti lavori esistenti (indirizzando su questa azione, comunque importante in una fase di transizione come quella attuale, quasi tutte le risorse economiche e relazionali disponibili lasciando solo le briciole agli investimenti a favore di nuova imprenditorialità ed innovazione) ci si illude solamente ed il futuro sarà amaro per tutti (incluso le forze sindacali e politiche progressiste che anche in questa regione difficilmente conserveranno il loro primato se non imparerranno ad ascoltare ed agire nel'interesse della maggioranza dei cittadini e non solo di quelli storicamente più vicini ideologicamente ed elettoralmente).