Le peggiori previsioni sul futuro della Perugina, purtroppo, si stanno avverando con la minaccia, comunicata dall’azienda, di un esubero di personale di trecento persone.

Appare del tutto strano lo stupore di alcuni sindacalisti, che tramite interviste sui quotidiani, esprimono meraviglia ed incredulità sulle decisioni “non partecipate” da parte dell’azienda. Infatti riconducono il loro ragionamento e giudizio al rispetto di quanto previsto dall’accordo firmato un anno fa. Inoltre dimostrano disponibilità a trattare uscite concordate, attraverso gli strumenti di legge, come se questa opzione non fosse comunque perdita di personale, disgiunta dalle decisioni produttive e dal disegno complessivo dell’azienda.

Noi crediamo che, ancora una volta, non si voglia affrontare la realtà della Perugina per quello che rappresenta, in termini di futuro industriale e occupazionale.

La Sinistra per Perugia ribadisce, che le cause delle decisioni della Nestlè di questi giorni, vadano ricercate nei punti dell’accordo, del tutto insufficienti a garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali.

Era evidente, che aver accettato le decisioni di dismettere marchi prestigiosi, la concentrazione della produzione solo su pochi prodotti, con l’ utilizzazione di impianti tecnologicamente avanzati, e maggior flessibilità degli orari e dei lavoratori, avrebbero causato conseguenze negative per l’occupazione. Anche l’ utilizzo soltanto di parte degli spazi, sarebbe stato un fattore indicativo che faceva intravedere la strada di un pesante ridimensionamento complessivo fino al punto che la produzione e il costo del personale attuale, non avrebbero più garantito la compatibilità economica e produttiva dello stabilimento.

La minaccia inesorabile verso la delocalizzazione delle produzioni, con il rischio fra pochi anni della chiusura della fabbrica, era insita nelle intenzioni aziendali sino da qualche anno: non averla voluta vedere rappresenta un fatto grave.

Secondo noi occorre cambiare strategia, rivendicare con forza un ruolo industriale alternativo per la Perugina da quello che la Nestlè sta attuando.

Lo stabilimento, per la sua esistenza, ha bisogno di nuove produzioni moderne, diversificate, secondo le modifiche avvenute nel mercato, in grado di competere sui mercati internazionali. Occorre, quindi al più presto, che venga presentato un nuovo piano complessivo di investimenti in nuove tecnologie produttive, perché quelli in marketing non garantiscono certo il futuro.

Se la Nestlè non vuole mantenere e rinvigorire la Perugina, noi crediamo che la scelta giusta sia quella che venga venduta ad un gruppo in grado di rilanciare tutto il potenziale produttivo, di qualità e di mercato che essa rappresenta.

La Sinistra per Perugia è disponibile ad aprire un confronto, nelle prossime settimane, con le altre forze politiche, sindacali, sociali, istituzionali e con la città sul futuro di questa azienda. Intanto sta accanto ai lavoratori per respingere, con la lotta, la perdita di nuovi posti di lavoro.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

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