Nel quadro dell’intensificazione delle attività di polizia economica e finanziaria disposte dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza a contrasto delle attività illecite mascherate da schermi legali, il Nucleo di Polizia Tributaria di Perugia sotto l’egida della Procura della Repubblica di Perugia, ha individuato un centro massaggi operante nel capoluogo, gestito da soggetti di etnia cinese, nel quale, oltre all’attività di massofisioterapia, venivano praticate “prestazioni sessuali” da parte delle massaggiatrici orientali. L’intera struttura è stata così sottoposta a sequestro e la titolare della stessa una cittadina di origine cinese è stata arrestata per il reato di “favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravati”.

L’intera vicenda si è sviluppata sulla base di una tipica attività d’indagine attraverso le canoniche attività di osservazione con appostamenti. I successivi approfondimenti investigativi, attraverso l’incrocio tra i dati acquisiti attraverso l’osservazione diretta in loco e le risultanze delle banche dati, consentivano di maturare il fondato convincimento per cui il continuo andirivieni di persone di sesso maschile durante l’orario di apertura del centro, quotidianamente accertato dalle 10 a mezzanotte, fosse riconducibile anche all’esercizio di attività per così dire a carattere complementare. Conferme a tale circostanza venivano acquisite in esito all’accesso operato di militari all’interno del centro massaggi laddove, rilevata nell’immediatezza la presenza di soggetti in atteggiamenti inequivoci, dopo un iniziale disorientamento e in un evidente stato di imbarazzo gli stessi confermavano che le massaggiatrici, tutte di origine orientale, oltre ai massaggi fornivano anche “prestazioni sessuali” dietro pagamento di un sovrapprezzo in funzione della diversa e particolare prestazione resa; corrispettivo che veniva corrisposto direttamente alla titolare del centro massaggi.

A conclusione dell’attività di polizia economica, si è proceduto a trarre in arresto la titolare del centro, a sottoporre a sequestro preventivo l’immobile sede dell’attività e il denaro contante pari a € 5.000 ivi rinvenuto, sicuramente provento dell’illecita attività, nonché alcuni prodotti made in Cina usati per trattamenti del corpo risultati privi dell’attestazione di conformità e sicurezza a tutela dei consumatori.

Le attività di polizia sono state contestualmente eseguite anche presso un ulteriore centro massaggi sito in Foligno, collegato a quello di Perugia. Le parallele attività di polizia amministrativa condotte con l’ausilio degli ispettori dell’I.N.P.S. e della A.U.S.L., ognuno per i profili di rispettiva competenza, hanno rilevato l’impiego di lavoratori irregolari in misura pari ad almeno il 20% del totale degli occupati, per cui conseguirà la chiusura in via amministrativa di entrambi i centri massaggi con conseguente recupero dei contributi non pagati nonché la rilevazione di consistenti difformità urbanistiche rispetto ai requisiti igienici e di aerazione del locale perugino che saranno oggetto di segnalazione al Comune al fine di attestarne l’inagibilità.

Sotto il profilo fiscale, infine, l’analisi della “contabilità in nero” reperita, costituita da appunti personali e annotazioni dell’imprenditrice arrestata, ha permesso di evidenziare un incasso medio mensile nell’ordine di € 50.000, elemento sulla base del quale si potrà ricostruire la situazione patrimoniale e il risultato economico dell’attività svolta al fine di recuperare le imposte evase dal centro “benessere” , peraltro evasore totale.

 

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