PERUGIA - Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Perugia aderisce alla mobilitazione generale del 10 novembre indetta contro il Disegno di Legge 735 (c.d. Decreto Pillon).

“Il Decreto Pillon – si legge in una nota - è una vera e propria pugnalata all’attuale impostazione del diritto di famiglia: si obbligano i coniugi in via di separazione a richiedere i servigi (a pagamento) di un mediatore familiare; si scardina il concetto di affido condiviso trasformando il figlio di una coppia separata in un “pendolare” costringendolo a vivere perennemente con la valigia in mano per sottostare al piano genitoriale, ossia alla tabella degli orari, redatta dal mediatore familiare, come fosse un orario ferroviario. L’assegno di mantenimento verrà abolito: chi si trova in una situazione di maggiore dipendenza economica e povertà – quasi sempre le donne – sarà sottoposto a un vero e proprio ricatto economico, affronterà la separazione o il percorso di liberazione dalla violenza domestica al prezzo di una crescente precarietà.

Neanche i casi in cui la separazione avvenga per cause legate a violenza domestica sfuggono alle imposizioni del Senatore Pillon: i confronti tra i coniugi e il mediatore familiare dovranno avvenire comunque, sottoponendo il componente debole della coppia ad uno stress emotivo e psicologico fortissimo; finché la violenza domestica non è “comprovata” (come dice la proposta, senza ulteriori chiarimenti), bambini e bambine saranno costretti ad avere rapporti con il padre violento e una donna che denuncia la violenza subita dal marito, sarà facilmente sospettata di manipolare i figli contro il padre, rischiando di perdere la responsabilità genitoriale.

Quella del Senatore Pillon e della Lega, partito tra le cui fila è stato eletto, è una crociata contro le libertà civili e individuali di donne, uomini e bambini coinvolti, a vario titolo, nelle separazioni e nei divorzi. È una crociata figlia di un machismo barbaro che vagheggia ancora una idea antistorica di famiglia patriarcale dove l’uomo è il dominus incontrastato e dove i figli e la moglie sono poco più di una sua proprietà; ha un’idea di società che cozza con le conquiste in tema di diritti civili che il nostro Paese ha fatto nei decenni passati; un’idea di Stato che, invece di perseguire gli alti ideali della nostra Costituzione, obbliga all’infelicità i propri cittadini, relegandoli al ruolo di sudditi sottoposti ai diktat del Senatore Pillon”.

“Per tutti questi motivi – afferma la Capogruppo Sarah Bistocchi – crediamo sia necessario aderire alla mobilitazione del 10 novembre, e invitiamo tutti coloro che credono in una idea diversa di libertà e di diritti civili rispetto a quella del Senatore Pillon a fare altrettanto, per manifestare a chiare lettere e a gran voce la nostra contrarietà a quella che è una regressione politica e civile, ma ancor prima sociale e culturale.”

L’adesione, fa sapere la capogruppo, è stata condivisa anche dalla Segreteria comunale del PD.

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