Perugia/ Sos Ikea: il sindaco chiede ancora l’intervento del soccorso rosso
PERUGIA - Sulla vicenda Ikea interviene il consigliere comunale Carmine Camicia, che rende noto come incredibilmente, ancora una volta, il primo cittadino di Perugia, sindaco di una giunta arcobaleno, abbia chiesto l'aiuto e il sostegno al gruppo Consiliare del Partito Democratico a palazzo dei Priori.
“Tutto questo è successo ieri prima dei lavori del Consiglio Comunale -continua il Consigliere Camicia- il Sindaco nell'incontrare il Presidente del PD e alcuni Consiglieri, nell'esporre, in grande linee, il progetto dell'Ikea, avrà sicuramente chiesto sostegno e garanzia, coinvolgendoli su quell'idea scellerata di far approdare l'Ikea in uno spazio ridotto con una viabilità già al collasso. Questa non è la prima volta che il primo cittadino chiede il sostegno alla sinistra, in particolare modo sulle pratiche urbanistiche, e tutti si sono accorti che la risposta del PD non si è mai fatta attendere, organizzando di fatto un vero è proprio Soccorso Rosso e un asse di governo di centro sinistra.”
“Il progetto sull'Ikea non convince il sottoscritto –prosegue Camicia- e non convince nemmeno i perugini, che vorrebbero essere coinvolti in certe scelte, in quanto gli stessi non hanno mai lasciato una delega in bianco al sindaco o ai consiglieri comunali del gruppo PD.”
In breve, il Consigliere Camicia, dopo aver incontrato associazioni e residenti di Ponte San Giovanni, inizierà una raccolta di firme da inviare alla Regione dell'Umbria, affinché blocchi il progetto sull'Ikea a Collestrada, trovando collocazioni alternative e programmatiche, affinché si creino le condizioni finalizzate a realizzare per il futuro, un'area dedicata a ospitare un vero polo commerciale, nel quale possano trovare spazio e raggrupparsi le future proposte di Outlet, Ipermercati, Megastore.
Poiché il futuro non sarà più solo centri commerciali di 50, 100 e più negozi ma anche outlet e megastore di alimentari, mobilifici, elettronica di consumo, informatica, casalinghi, bricolage ecc, molto spesso controllati dai giganti della grande distribuzione, la politica di collocare attività commerciali a macchia di leopardo non premia Perugia che vedrà a breve, la nascita di Decathlon a Olmo, ai confini con Corciano. Ci vorrebbe una politica seria di sviluppo economico e commerciale, ma sicuramente questo pensiero non rientra nei progetti dell'attuale Amministrazione.
Giovedì
31/08/17
05:48
Mi scuso per la mia eccessiva presenza su questo sito (per la verità dovuta più alla scarsa presenza di lettori che non forniscono contributi ai dibattiti che a me). Cercherò in futuro di scrivere meno, ma la decisione di favorire o meno la nascita di nuovi centri commerciali è strategica ed importante per il futuro della nostra comunità, merita un commento.
Sbagliare potrebbe condizionarne il futuro e addirittura lo sviluppo stesso della nostra comunità regionale.
Immaginate cosa significherebbe per un turista straniero andare ad Assisi e trovarsi la città storica semichiusa con pochi negozi perché c'é a Bastia un moderno supermercato dove si compra tutto a prezzi stracciati che ha fatto chiudere tutti i piccoli commercianti del centro storico.
Per un turista, andare in un moderno supermercato uguale a quello che ha sotto casa a Zurigo, piuttosto che andare a fare shopping nei negozietti caratteristici del centro della città non è la stessa cosa. Il prezzo é secondario.
Creare un mix tra esigenze degli abitanti della città che cercano comodità e bassi prezzi e la caratterizzazione di contesto urbano non é affatto facile.
Bisogna trovare il giusto equilibrio.
La diversa organizzazione della rete commerciale diventa un fattore strategico dello sviluppo locale.
Anche da un punto di vista umano acquistare da Gigino o al supermercato scegliendo da SOLI, non è la stessa cosa. Non tutto si traduce in mera convenienza economica.
In futuro, con la popolazione che invecchia, la ricerca di maggiori contatti umani probabilmente aumenterà.
Riscoprire la umanità del mercato? perché no! Si parla col venditore, qualcuno é simpatico altri sono burberi e antipatici, si contratta, instaurano relazioni umane si incontrano vecchi amici che non si vedevano da anni, si creano "emozioni".
La comunità ritrova i valori comuni e, perché no, anche il chiacchiericcio che fa parte imprescindibile e intrigante di ogni piccola comunità.
Nei negozi cittadini si discute si conosce ci si relaziona, si chiede un consiglio sul prodotto.....si è meno soli.
L'aspetto psicologico dei diversi rapporti umani che si instaurano nei due diversi modi di vendere non mi risulta sia ancora stato studiato a fondo, ma sento di affermare che per un turista può fare la differenza tra il decidere se andare o non andare in un determinata località (andare in Romagna è diverso che andare nelle Marche) o a livello locale, se andare a comprare da tizio o da caio.
Scelta comunque difficile per chi si é assunto l'impegnativo compito di scegliere le migliori politiche di sviluppo per la nostra comunità!!