di bnc

PERUGIA - E alla fine Perugia fece la voce grossa con la Regione per una mobilità che tenga conto dell'esigenze del capoluogo. Il ruolo di portavoce stavolta è toccato all'assessore Roberto Ciccone che ha messo in fila una serie di richiesta da discutere prima del 30 luglio  data finale dell’approvazione del progetto di fusione da parte dell’assemblea straordinaria soci di Umbria Mobilità.

“Bisogna prevedere il finanziamento di un biglietto unico regionale, l’implementazione della lotta all’elusione, della quale Perugia è pioniere a livello nazionale con le sperimentazioni dei tornelli sugli autobus e del blocco del ticket su minimetrò. Inoltre sulla ridistribuzione del fondo unico regionale si deve tenere contro che Perugia rappresenta il 50% della mobilità regionale, con oltre 28 milioni di passeggeri annui distribuiti sui vari vettori”.

Per Ciccone dunque la Regione deve ridistribuire risorse in maniera più equa dato che l’Amministrazione comunale perugina, a differenza degli altri centri umbri,  si sobbarca il 60% della spesa complessiva del trasporto pubblico locale, al quale va aggiunto il trasporto scolastico, che vale 1milione e 800mila euro l’anno, e quello per il trasporto disabili, che vale 450.000 euro: per un totale di circa 17 milioni complessivi di spesa. Da qui si evince che necessità una nuova legge ragionale e un piano regionale che porti a una giusta ed equa ripartizione delle risorse. Non può essere solo Perugia a pagare, la coperta è corta: o tutti dentro, o tutti fuori”.

La richiesta, ha proseguito l’assessore, è che l’Azienda Unica sia motore di crescita e sviluppo del trasporto regionale, per questo è ancora valida la richiesta che il Comune avanza di ingresso di Minimetrò nell’azienda, nelle modalità che meglio si riterranno opportune.

Ciccone è poi passato a una dettagliata disamina di costi e benefici: Sono circa 28 milioni all’anno i passeggeri a Perugia (12 milioni bs, 12 milioni scale mobili, 3,5 milioni minimetrò), ovvero il 50% dell’intera mobilità regionale, “praticamente tutto il pendolarismo regionale verso Perugia, e dalla Regione riceve risorse pari solo al 16% del Fondo Regionale Trasporti”.

Il minimetrò deve essere considerato un asse strategico della mobilità cittadina e regionale, per una semplificazione dell’operazione si può prevedere l’ingresso della parte pubblica, attraverso il conferimento all’Azienda unica regionale delle quote pubbliche del Comune al 70%.

Sull’Azienda Unica Regionale, infine, “non possiamo infine apprezzare ulteriormente atteggiamenti campanilistici che sono l’esatto opposto di quelli obiettivi virtuosi che ne stanno alla base”. E’ necessario, ha concluso l’assessore riferire alla città sulle scelte che andiamo compiendo, sugli obiettivi strategici che vogliamo perseguire.

 

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