La volontà referendaria che ormai un anno fa si è espressa sull’acqua deve essere rispettata: l’acqua è un bene comune e la sua gestione deve essere pubblica. Ad oggi purtroppo nessun gestore del servizio idrico ha eliminato dalle bollette il 7% di remunerazione del capitale investito.

L’ATI 2 deve quanto prima cancellare la remunerazione del capitale investito dalle tariffe e le sollecitazioni in questo senso dell’Assessore Rometti sono sicuramente un segnale positivo della istituzioni e della politica che per un intero anno hanno chiuso gli occhi sulla questione. Ci auspichiamo quindi che alle parole seguano i fatti.

Anche la sentenza del Tribunale civile di Perugia sul deposito cauzionale è un passo in avanti e il Gruppo di Rifondazione Comunista al Comune di Perugia se ne è occupato per primo con un Ordine del Giorno votato a larga maggioranza determinando di fatto la cancellazione del deposito cauzionale per gli utenti già in essere di Umbria Acque. Continueremo a vigilare sulla questione e a controllare che, presso gli ATI e presso la società Umbria Acque, la sentenza venga rispettata.

L’acqua non è una merce e su di essa non si possono accettare speculazioni come nel caso degli aumenti sul deposito cauzionale o il profitto sulla remunerazione del capitale investito.

Stiamo preparando un Ordine del Giorno che impegni il Comune di Perugia ad aderire alla “Rete dei Comuni per i beni comuni” che ha tra i principali punti della sua piattaforma quello della ripubblicizzazione dei servizi pubblici e in primo luogo quello dell’acqua. Per fare questo ribadiamo che sul nostro territorio occorre creare un “fondo per i beni comuni” finanziato dai canoni di concessione per cave e sorgenti.

Il consigliere

Emiliano Pampanelli

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