PERUGIA - Diverse generazioni unite nello sforzo e nella volontà della memoria. Questa mattina (24 gennaio) alla Sala dei Notari di Perugia diverse centinaia di studentesse e studenti hanno partecipato all’iniziativa della Cgil e dello Spi Cgil di Perugia in vista della Giornata della Memoria.

“Come tutto cominciò. Per non dimenticare: parola alle nuove generazioni”, questo il titolo dell’iniziativa che è stata aperta dall’intervento di Elvia Ricci, dello Spi Cgil di Perugia, che ha sottolineato l’impegno del sindacato pensionati nella memoria e nel rapporto con le nuove generazioni. Tra le iniziative più significative ricordate, quella del Treno della Memoria che ogni anno porta centinaia di studentesse, studenti, pensionate e pensionati nei luoghi dove si è consumato l’orrore dell’olocausto.

Poi è stata la volta dello spettacolo “Di Gracia La Señora” di e con Evelina Meghnagi e Domenico Ascione. Uno racconto in  musica e parole della storia di Grazia Nasi, la figura emblematica del XVI secolo, che dedicò le sue immense ricchezze e la sua influenza all'opera di riscatto degli ebrei perseguitati in tutta Europa.

E la storia, quella delle persecuzioni al popolo ebraico dal Cinquecento ai giorni nostri, quella dei razzismi che attraversano i secoli e quella più recente degli effetti drammatici di fanatismo e terrorismo, è stato il filo conduttore anche del dibattito, coordinato da Patrizia Venturini, della Cgil di Perugia, che ha seguito lo spettacolo e al quale hanno contribuito Saul Meghnagi, direttore scientifico dell’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas, Amedeo Zupi, della Cgil regionale dell’Umbria, Tiziano Scricciolo, coordinatore Udu e diverse studentesse e studenti delle scuole superiori e dell’università.

“Quella della razza è una nozione stupida e inesistente – hanno sottolineato i relatori nei loro interventi – che è spesso causa di conflitti. Il razzismo è poi spesso fonte di credenze e superstizioni folli, in particolare sul popolo ebraico, come quella che fossero proprio gli ebrei a portare le grandi pandemie del quindicesimo e sedicesimo secolo”.

È in quei periodi che cominciano le prime grandi persecuzioni, che portano quasi allo sterminio delle comunità ebraiche dell’epoca. Poi nell’800 si diffondono in tutta Europa e in Russia episodi di “pogrom” contro le comunità ebraiche, alcuni, come quello di Odessa, arrivano a livelli di violenza inaudita, provocando migliaia di morti.

La storia, dunque, come insegnamento e motivo di riflessione sull’oggi. Un messaggio – quello condiviso oggi alla Sala dei Notari - che vecchie e nuove generazioni devono condividere per preservare il futuro dagli orrori del passato: “Il razzismo è una cosa dalla quale nessuno è al sicuro, è nemico di tutti, non di qualcuno. Negando la ragione è la negazione dell’essenza dell’uomo. L’uomo nel momento in cui indulge a questi fenomeni torna ad essere una semplice bestia”

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