“Se la più grande fabbrica dell’Umbria, le acciaierie  ternane, corre seri pericoli, la questione non riguarda soltanto Terni ma tutte le città dell’ Umbria.

Per molti motivi, a partire dal fatto che queste scelte di politica industriale possono incidere in modo grave su sviluppo ed occupazione per un territorio esteso ed importante come quello ternano. In un momento come questo, è l’ultima cosa che possiamo sopportare.

Ma assolutamente non secondario è il fatto che le acciaierie sono un simbolo dell’ Umbria, della sua storia, del lavoro di generazioni, del saper produrre, di una secolare eccellenza industriale.

Insomma, la sorte delle acciaierie ci riguarda tutti, e tutti dobbiamo sentirci impegnati nello scongiurare una scellerata politica di smembramento che pregiudica l’unità della fabbrica e ne rende incerto e problematico il futuro. Le città dell’ Umbria in questa situazione devono stringere più forti che mai i legami con Terni e   far sentire alla comunità ternana, ed in primo luogo ai lavoratori, la vicinanza e la solidarietà di tutta le regione. Perugia lo fa con convinzione. Dobbiamo sostenere l’ azione della presidente Marini e  far sentire al governo nazionale la determinazione di una intera terra che sulle cose serie, quando si gioca il futuro di una fabbrica come la Ast,  riesce a muoversi con assoluta e profonda unità di intenti”.

 

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