Di Ciuenlai - Perugia val bene una mossa. Mi direte, ma le elezioni sono ancora lontane. Mica vero. Perché il primo problema da risolvere è quando si vota. “L’uomo invisibile”, alias il Sindaco Andrea Romizi, non ha mai fatto mistero di gradire una sua candidatura verso Roma.

Nel caso ottenesse l’investitura dovrebbe dimettersi alcuni mesi prima della data stabilita per il voto delle politiche. Se la legislatura va a scadenza naturale, parliamo dell’anno prossimo, ma se le cose per l’elezione del Presidente della Repubblica andassero male provocando la crisi di Governo, potrebbe essere tutto anticipato a fine 2022. In Perugino diremmo “ecchece”.

Naturalmente La strada di Romizi verso il Parlamento è piena di ostacoli per la diminuzione dei posti “a sedere” provocata dalla diminuzione drastica dei seggi disponibili, che ha colpito soprattutto le piccole regioni come l’Umbria. Dipenderà molto anche dalla legge elettorale con cui si voterà. Se resterà quella vigente, che la Lega e Fratelli d’Italia lascino un posto ad une esponente di Forza Italia “la veggo dura”, per usare un altro modo di dire nella lingua del capoluogo (e da qui deriverebbero le bizze e i presunti, ma mai dimostrati,  occhiolini al Pd di Andrea).Fatto sta però che il mondo della politica e dei poteri che abitano in città si sono messi in moto. In particolare la parte che attualmente è all’opposizione della Giunta di Centrodestra.  

Essendosi riaperta la partita diversi ambienti legati all’ex centrosinistra stanno cercando l’uomo giusto per tornare a Palazzo dei Priori. Tempo fa si era parlato di una manovra spregiudicata (sembra ispirata dallo stesso Romizi) tesa a  indicare l’ennesimo uomo “della destra” a guidare il centrosinistra.  Sul tappeto sono scivolati i nomi  di Varasano e di Calabrese “noti comunisti”……. di centrodestra. Radio scarpa racconta che  la direzione del Pd avrebbe timidamente sottoposto l’ipotesi sondando le  componenti del partito e i possibili alleati ricevendo una “caterva” di no.  L’idea è quindi abortita nel giro di un attimo. Anche perché i presupposti con i quali era nata (fare spesa nel campo avversario per colmare il gap con il centrodestra) sono morti con i risultati delle ultime elezioni comunali, che hanno reso di nuovo tutto contendibile, in una scenario completamente diverso da quello classico tra centrodestra a trazione Lega/FDI ed ex centrosinistra a trazione Pd.

I “Civici” sono il nuovo che avanza. Ed è in questo ambito che è iniziata la ricerca negli scranni dell’opposizione (L’attuale maggioranza sembra invece ancora orientata a proporre, come erede di Romizi, un uomo di partito , alla Squarta, per intenderci). Il primo nome che sta circolando e che avrebbe ottenuto il consenso  di molti (anche se con molte storture di naso) è quello che a Perugia chiamano il “pignattino dell’ancolla” (cioè uno  che sta sempre in mezzo)  Andrea Fora. Le ragioni della scelta starebbero nel fatto che Fora ha una rete civica che può aiutare la coalizione in diverse parti dell’Umbria e nel vantaggio che è “un civico già conosciuto”, per le note vicende della campagna elettorale delle scorse regionali. Ma è un nome tenuto lì “ a mollo” , mentre tutti , nell’area, cercano un “moderato”di maggior peso.  

Ma il Pd non è in grado di trovarlo.  La sigla è spaccata in due fazioni che si odiano. Qualsiasi proposta che venga da una delle parti viene immediatamente bocciata dall’altra. Per questo il nome deve scaturire da ambienti “neutrali”. Nonostante la riconquistata contendibilità, non si ha notizia di personaggi di spicco della cultura, dell’imprenditoria o delle professioni  che siano disposti a rischiare e a mettersi in gioco in una competizione, al momento, incerta (Oddio, per onor del vero, qualcuno fa circolaregli improbabili nomi del prof. Ferrucci e , addirittura, del Rettore Oliviero). Se le cose muteranno può darsi che qualcuno di questi si faccia avanti, ma per ora oltre Fora c’è il niente.

Anche se  , sempre radio scarpa, fa sapere che si potrebbe cercare tra i conservatori che hanno avuto un ruolo nel centrosinistra e che, per di più, hanno un nome conosciuto nella città. E allora riecco riapparire all’orizzonte il nome della Fioroni.   E’ stata vicina, dentro e lontana dal Pd. Può essere presentata in qualsiasi veste , anche in quella di civica . E farebbe parte  di quella batteria di finti “non allineati” che un’astuta regia di “personaggi del passato” muoverebbe dietro le quinte, per riprendersi “quello che era già nostro”.

P.S. QUALE COALIZIONE? Oltre al nome  l’opposizione ha anche il problema della costruzione della coalizione a sostegno del “civico” che sceglierà come candidato. Al momento la presenza dei cinque stelle (perlomeno al primo turno) escluderebbe quella di Azione di Leonelli e di Italia Viva di Preiti e la possibilità del “salto della quaglia” da parte di ambienti vicini all’attuale sindaco Romizi. Insomma , come è successo da altre parti, non è impossibile che queste formazioni presentino un proprio candidato e che nell’opposizione spunti come a Spoleto e a Città di Castello un secondo candidato. E può essere anche un rischio calcolato, visto che la concorrenza aumenta i consensi, soprattutto se fatta da presunti “non allineati” e porta alla vittoria al secondo turno.

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