“Mi chiedo che senso abbiano queste scampagnate nei cantieri bloccati della Perugia-Ancona. Si può fare molto di più restando al proprio posto e operando per la rescissione dell'accordo firmato con il General contractor. Possiamo impugnare il coltello dalla parte del manico ma lo usiamo solo per minacciare il suicidio perché nessuno ci ascolta”.

Paolo Brutti, segretario dell'Idv Umbria, commenta così l'ennesima protesta messa in atto sul tratto incriminato di Pianello, fermo da anni. “Oltre ai colleghi politici, c'erano anche gli imprenditori, tentati dalla possibilità di subentrare come partner nella realizzazione dell'opera. Molto bene - esclama Brutti - la rescissione del contratto può permettere di verificare subito la loro effettiva volontà. Proteste del genere hanno un senso quando non ci sono alternative ma non è questo il caso. Se poi si deve fare una missione esterna tanto vale farla all'Anas. L'amministratore delegato Ciucci deve darsi da fare, non si può essere risoluti solo quando si chiede il pedaggio per la E 45”.

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