PERUGIA - La Giunta comunale viene finalmente allo scoperto sul fronte “partecipazione” e le voci insistenti di una oligarchia che si propone di governare la città, fatto denunciato dallo stesso Consigliere di maggioranza Emanuele Scarponi, viene a galla con tutta la sua prepotenza, con la costituzione dell’associazione che dovrà guidare la realizzazione della rievocazione storica prevista per giugno 2016.

A fine gennaio, la Giunta delibera la costituzione dell’associazione della quale il Comune di Perugia sarà socio fondatore, denominata Perugia 1416 – Passaggio tra Medioevo e Rinascimento e sborsa subito 500 euro per le spese di costituzione. Uno Statuto che blinda la partecipazione di cittadini ed enti e che crea una discriminazione tra la categoria dei soci fondatori e tutti gli altri soci. Un’associazione, infatti, di cui enti e cittadini potranno fare parte solamente se presentati da 3 soci, di cui due appartenenti alla categoria dei soci fondatori e a seguito dell’approvazione del Direttivo. Neanche la Massoneria ci risulta così restrittiva.

Poteri illimitati al Consiglio direttivo, per amministrazione ordinaria e straordinaria, di cui, udite, udite, per un periodo fino a 5 anni faranno parte i soli soci fondatori nominati nell’atto costitutivo. Il Consiglio direttivo avrà tra i suoi poteri anche quello di “nominare” “dipendenti e impiegati” (categorie di cui si ignora la differenza), determinando la retribuzione! Non sono pertanto previsti concorsi e/o selezioni. Gli amministratori non hanno diritto a retribuzione, ma potranno ottenere il rimborso delle spese sostenute.

Chi siano i soci fondatori, la delibera di Giunta non lo rivela. L’atto fa infatti riferimento ad una nota ricevuta dal Comune il 26 gennaio 2016, con cui “alcuni cittadini” non meglio identificati facevano richiesta di “farsi parte attiva nel processo di realizzazione e organizzazione della rievocazione storica Perugia 1416, anche attraverso la costituzione di un’associazione di scopo che li veda quali soci fondatori”.

Ebbene, il giorno dopo, 27 gennaio 2016, la Giunta comunale, “ritenuto necessario valorizzare il processo partecipativo e il ruolo attivo dei cittadini” promuoveva la costituzione dell’Associazione e ne approvava lo Statuto oltre ad impegnare 500 euro del bilancio comunale per pagare le spese per la costituzione dell’associazione, di cui il Comune sarà socio fondatore.

Altra blindatura: lo Statuto limita la qualifica di socio fondatore a coloro che avranno sottoscritto l’Atto costitutivo e “quelli la cui richiesta di ingresso, fatta entro la data di detta sottoscrizione, è considerata come opzione che sarà sciolta soltanto in sede di approvazione dei rispettivi organi decisionali”. Una frese sibillina da cui si evince che pure in fase di sottoscrizione ci sono enti e cittadini di serie A e serie B. Un atto, quello della Giunta Romizi di stampo monarchico che poco ha a che fare con i tempi moderni e la necessità di fare di Perugia una città del nostro tempo, di rango europeo.

E pensare che la pesante sconfitta di Perugia a capitale europea della cultura è dovuto soprattutto alla mancata partecipazione della cittadinanza. Pronti a portare la questione in Commissione controllo e garanzia.

Cristina Rosetti

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