Letrusco  - Ogni 10/15 anni torna puntualmente alla ribalta il problema degli accessi a Perugia. Il capoluogo ha da sempre due sole entrate, via Palermo, e via Mario Angeloni, che determinano, nelle ore di punta, intasamento e inquinamento. E puntualmente spuntano idee per progetti alternativi. E’ di pochi giorni la proposta di costruire un percorso tra la superstrada E/45 e Pian di Massiano. E allora via al progetto che costerebbe dai 150 ai 500 milioni.

E già si parte col piede sbagliato e si fa strada il sospetto che sia solo un’operazione di propaganda. Non serve spendere tutti quei soldi,  Un progetto di tal genere già esiste e, per il momento,  raccoglie polvere negli scaffali della Provincia di Perugia. Basta rivederlo e con 4 spicci si fa la festa. 

E’ la variante della Gronda Nord che nacque negli anni 80. Sembrava cosa fatta. Umberto Pagliacci E l’assessore Antonio Pinotti  avevano messo insieme le sinergie di Regione, Provincia e Anas. Improvvisamente però l’Azienda di stato si sfilò e non se ne fece più nulla. Il progetto rivenne a galla, riveduto e corretto, all’inizio del terzo millennio. Il Comune di Perugia era intento a condurre la costosissima battaglia del famoso nodo di Perugia.  

Uno studio della Provincia di Perugia svelò che l’opera era quasi inutile e non avrebbe portato nessun giovamento al traffico sul capoluogo. Il Nodo avrebbe infatti portato via dalle gallerie solo il 10/15% della circolazione proveniente da Collestrada e da Roma. Lo studio però raccomandò iniziative alternative per evitare l’aggravamento dei problemi da Collestrada in su. Cosa che si è puntualmente verificata. L’Allora Presidente della Provincia Giulio Cozzari e il suo Vice Palmiro Giovagnola, promotore dello studio, rimisero in campo il progetto della Gronda Nord che aveva, a loro giudizio, due grandi vantaggi :

1) Costava meno di un terzo del famoso nodo e poteva canalizzare un bel pezzo del traffico proveniente dalla e/45 e anche dal raccordo con Foligno:

2) Poteva costruire attorno al grande e ampliabile parcheggio di Pian di Massiano quel nodo di scambio che, attraverso il Minimetro per il centro e una rete di bus per le altre destinazioni avrebbe potuto eliminare quote consistenti di traffico sulla città.

Il  Comune si rifiutò sempre di cambiare linea e restò attaccato a quel inutile nodo che non fu mai realizzato, perché i pochi fondi Anas e Regionali servivano a costruire il “progetto stella” attorno a Foligno (in parte realizzato con il raddoppio della ss77). Per la serie “il capoluogo può attendere”.

 Il progetto è quindi da prendere in esame perché snellisce il traffico a Collestrada e dintorni, da a Perugia una terza entrata e consente, attraverso politiche di limitazione della circolazione (chiudendo per esempio alcune uscite dopo le gallerie per incanalare tutto su Pian di Massiano), L’abbattimento del traffico privato, proveniente da fuori città, sul capoluogo. E’ una cosa pratica ed utile come chiedono i cittadini ed è una cosa ecologica come chiedono gli ambientalisti. Perché non farla!

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