di Alessandro Antonini da Il Corriere dell'Umbria

 

PERUGIA - Il Pd di Leonelli è dentro “un’orgia liberista”. La sinistra, tutta la sinistra, partiti e movimenti, deve ritrovarsi e “battere un colpo”. Sulla legge elettorale non si può prescindere dal collegio unico rispettando i partiti più piccoli. Poi sulle riforme: no a “scopiazzare i provvedimenti di Renzi”, la lista delle cose da fare è altra e “alta”.

Stefano Vinti, assessore ai lavori pubblici della giunta regionale di Catiuscia Marini, si sbilancia. Replica per le rime all’intervista del segretario democratico Giacomo Leonelli dismettendo per una volta la sua veste istituzionale. Lui che per 25 anni ha fatto nascere e crescere il Prc, non ci sta a vedere soccombere la sinistra sotto i colpi del “blairismo più sfrenato”.

Certo c’è un pezzo di Pd “sano”, ma “di liberismo si muore”. “La sinistra si deve ritrovare attorno a un tavolo, a tutti i livelli, per riaggregare forze di partito, movimenti e associazioni. Innanzitutto per avere una visione comune della rappresentanza in Umbria, sulla nuova legge elettorale”.

Del resto è questa la scadenza più prossima. A monte c’è una legge “scellerata che sopprima la democrazia riducendo a venti i consiglieri (Vinti aveva proposto il taglio dei vitalizi e il dimezzamento delle indennità dei consiglieri, ndr), legge figlia della demagogia e dell’antipolitica che obbliga la sinistra e i suoi dirigenti a presentare una proposta seria al Pd”.

Stesso giudizio per la riforma “schifezza” delle Provincie: anche qui la sinistra, con i consiglieri comunali ed ex provinciali deve fare fronte comune. Per Vinti il collegio unico è la forma “più democratica”, con un premio di governabilità “che non determini una dittatura della maggioranza”.

Anche lui dice via il listino, si alla tripla preferenza di genere modello europee e sbarramento al 3% con l’assegnazione di almeno un consigliere alle prime tre liste che lo superano. Poi Vinti mena duro sulle alleanze: “Leonelli ha mostrato disprezzo della coalizione, serve più cautela e rispetto politico, non si può ‘accomodare’ da solo. l’alleanza con Ricci? Tutte le volte che si è tentato di fare accordi col centrodestra qui il Pd ha fatto disastri. Su temi come rifiuti e servizio sociali poi dove sono le convergenze?”.

A questo punto l’assessore ribatte sulle riforme. Le proposte piddine vanno approfondite, ma “la vera riforma, quella ‘alta’, è l’Italia mediana. Leonelli scopiazza slogan nazionali. La giunta Marini ha fatto cose concrete. Sui beni comuni serve un processo di ripubblicizzazione che dia al cittadino il ruolo non solo di fruitore ma anche di programmatore e controllore. Penso al ciclo dell’acqua. Idem per la sanità, pur eccellente”.

Le partecipate poi – “dove serve snellire e razionalizzare la spesa, come sta facendo la giunta regionale” – sono un presidio che va difeso, che permette alle istituzioni locali di programmare in autonomia rispetto ai potentati economici.

Vinti attacca Leonelli sul lavoro, facendo sponda con Bravi della Cgil. “La deregulation ha abbattuto posti e produzioni in Umbria, serve al contrario lavoro qualificato con contratti stabili”.

Cosa che non fa il “job act”, non quello originale né l’annunciata “brutta copia” in salsa umbra. Bocciata la linea del giovane segretario renziano. Che ne penserà la Marini?

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