Di Ciuenlai – Le vicissitudini dei sindaci di Terni Di Girolamo e di Foligno Mismetti, ripropongono con forza il tema del declino del PD nella nostra regione. Le dimissioni dei due da Presidente della Provincia, oltre che aver messo a nudo (permettetemelo) le stupidaggini della “Schiforma” Del Rio (ora applicate anche al Senato della Repubblica), rischiano, per i democratici, di riprodurre la situazione vissuta a Perugia, in tutti i principali centri della regione. Nel capoluogo era nota a tutti la perdita di consenso della giunte di centrosinistra e dei Sindaci alla loro guida. Ma piuttosto che produrre un cambiamento, piuttosto che assecondare anche le richieste della stesso sindaco Boccali, disponibile a farsi da parte e ad accettare un incarico romano o europeo, si è preferito insistere sul cavallo sbagliato, nella convinzione che la tradizione avrebbe tenuto anche questa volta. La paura che una mancata riconferma nel capoluogo avesse potuto trascinarsi dietro altre esclusioni, con in testa quella della Regione, fece si che il Pd e i suoi alleati andassero verso “un suicidio annunciato”. Non si è ancora capito, o forse non si vuole capire, che senza una severa autocritica sul cattivo governo del centrosinistra negli ultimi 10 anni, non si è credibili. Se si vuole (ma lo si vuole davvero?) produrre un nuova proposta alternativa per le principali città della regione, se si vuole quel cambiamento, tanto sbandierato a parole, ma mai applicato nei fatti, questa sarebbe l'unica strada da seguire. E l'autocritica, proprio per essere credibile, non può prescindere dall'abbandono degli uomini e delle donne che hanno combinato questo disastro. Rinnovargli la fiducia assomiglia tanto ad una abbraccio mortale. Quanto può continuare a Terni e a Foligno, questo balletto dei continui rimpasti di Giunta e delle guerre tra correnti? Quanto si può continuare a vivacchiare tra inchieste giudiziarie, bilanci in rosso, spaccature dei gruppi consiliari? Poco. E la scelta del rinnovo della fiducia sa ancora di sadismo, perché la conclusione è scontata. Terni e Foligno, a meno di un miracolo, passeranno ad un altro “padrone”. In questa situazione difficile, si possono fare due cose : svoltare o dare retta alla “sindrome Boccali” aspettando che succeda tra due anni e mezzo quello che è avvenuto a Perugia. Il centrosinistra a guida Pd nella Provincia di Perugia governa già solo il 50% della popolazione della Provincia di Perugia ed è in forte arretramento in quella di Terni. E questo in una situazione del tutto anomala in Italia. Non è , infatti, la marea grillina a determinare il tracollo, ma il centrodestra. Se alle prossime elezioni i “piddini” locali perdessero Terni e Foligno, senza dare segnali di cambiamento e di rottura col recente passato(non con la tradizione del buon governo della sinistra) , i democratici passerebbero da egemoni a marginali, perchè alle incapacità di governo si aggiungerebbero le incapacità (forse anche l'impossibilità) di opposizione, come la storia di questi ultimi due anni nel capoluogo dimostra. Ma , senza clamorosi ripensamenti, la strada scelta sembra essere proprio quella, perchè la logica delle correnti non ammette riflessioni collettive. Come dice la canzone : “Ci vorrebbe un partito, per potersi organizzare, ci vorrebbe un partito qui per sempre al mio fianco, ci vorrebbe un partito …..”

 

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