PERUGIA - da repubblica.it

Il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, si dice "d'accordo con il ministro Maroni" sulla necessità di intervenire sul piano penalistico e processuale dopo gli scontri a Roma, ma dice no a leggi speciali come la legge Reale evocata da Di Pietro: "Ero appena laureato - ricorda - e veniva evocata come quanto di più fascista e liberticità esistesse".

Nel merito dei possibili provvedimenti da adottare, Palma ipotizza "gli arresti in flagranza differita già previsti per le manifestazioni sportive o un istituto similare al daspo, che ha già superato il vaglio di costituzionalità della Corte, e impedisce a chi è incappato in violenze in occasione di manifestazioni sportive di partecipare ad altre manifestazioni sportive".

LA LEGGE REALE

Il ministro, poi, torna sulle conseguenze della legge Reale che passò "non fu determinante ai fini della sconfitta del terrorismo ma portò ad una forma di inasprimento ideologico. Siamo usciti dal terrorismo senza leggi speciali e riusciremo nello stesso identico modo ad arginare l'area del dissenso". "Se vi sarà la necessità di operare normativamente sul piano processuale e penale per contenere meglio un fenomeno che si è manifestato sabato scorso in termini drammatici, tutto questo - afferma il ministro - si farà sempre comunque con grande attenzione ai diritti dei cittadini e alle libertà costituzionalmente garantiti".

Anche dal capogruppo del Pdl alla camera, Fabrizio Cicchitto, arriva l'invito "a non agire sotto l'onda emotiva". Per l'esponente pidiellino le proposte di Maroni "vanno seguite con molta attenzione, perchè colgono alcuni elementi che vanno esaminati. Non si può più andare avanti con gente che viene alle manifestazioni armata e mascherata". Toni analoghi li usa il sindaco di Roma Gianni Alemanno 4: "Non servono leggi speciali, ma leggi più specifiche".

"Bognerebbe contare almeno fino a dieci prima di invocare leggi speciali che maciullano il diritto e sono il sintomo più evidente del fallimento dello Stato" dichiara Manuela Palermi, dell'Ufficio politico del Pdci.-Federazione della Sinistra.

Un coro di critiche che spingono Di Pietro alla retromarcia: ""Non vogliamo riproporre la legge reale che fa parte di un bagaglio storico che non ci appartiene".  

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