di Fosco Taccini 

Nell'attuale contesto storico, più che mai, invece di parlare di sacrifici si dovrebbe parlare di migliore pianificazione del futuro. 

L’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha diffuso, recentemente, il “Sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici” dedicato soprattutto alla mitigazione di questo fenomeno che riguarda (e riguarderà) tutti a livello globale. Anche in questo rapporto gli scienziati del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite avvertono che siamo in estremo ritardo nella riduzione dei gas serra e, come sottolineato dal segretario dell’Onu Antonio Guterres: “stiamo viaggiando ad alta velocità verso il disastro climatico”. Ancora si potrebbe concretizzare la possibilità (con un grande impegno collettivo) di arrivare alla neutralità delle emissioni tra il 2050 e il 2070, per contenere, in questo modo, il riscaldamento globale tra i 1,5 e 2°C a fine secolo. Verrebbero così neutralizzati scenari catastrofici. Infatti, come descritto dal rapporto ci sono sia le conoscenze che gli strumenti per rendere concreta la transizione ecologica e pensare a un nuovo modello di produzione e sviluppo in tutti i settori.

Entro il 2050, sulla base delle stime dell'Onu circa l'80% della popolazione italiana vivrà in aree urbane (attualmente siamo sul 70%).

La natura nei contesti urbani (giardini, parchi, aree naturali) non ha un "valore" solo estetico ma rappresenta un "tesoro" per la mitigazione degli effetti della crisi climatica e incremento dei benefici per la qualità della vita di tutti. È noto che le città hanno un microclima più caldo rispetto alle zone rurali. Ma con la corretta pianificazione del verde (soprattutto delle piante) in contesti urbani si potrebbe ridurre le temperature locali - fino a 7 °C rispetto alle aree cementate - mediante l'evaporazione. Le piante possono essere utili per trattenere l'acqua delle piogge (fino a 3.000 litri all'anno) consentendo un deflusso corretto ed evitando il dilavamento. Inoltre, la vegetazione può rappresentare un utile alleato contro l'inquinamento atmosferico: le foglie assorbono CO2 (producono ossigeno) e trattengono polveri sottili e altri inquinanti. Infine, proprio le piante potrebbero aiutare a ridurre il "peso" della bolletta diminuendo l'utilizzo dei condizionatori e dell'energia. In questa linea di pensiero sostenibile l'unico "sacrificio" sarebbe quello della corretta pianificazione. La scelta del verde dovrebbe essere, infatti, basata sul ruolo, il luogo e le relazioni con l'ambiente circostante. Si deve tenere ben a mente come, cosa e dove piantare per rendere concreta la funzione e l'accesso a tutte le persone (la natura ha effetti cognitivi e sociali). La pianificazione per migliorare il futuro e la qualità della vita dovrà essere ben eseguita anche considerando le risorse (per esempio i 330 milioni del PNRR destinati al verde urbano).

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