Di Armando Allegretti

PERUGIA - Per quanto riguarda il movente dell'omicidio riferiscono ad Umbrialeft: "allo stato attuale non è necessario prendere posizione in termini di assoluta cerlezza tra il possibile movente legato alla situazione sentimentale ed al legame con altra donna rispetto a quello derivante dalla necessità di sopprimere la REA prima che rivelasse inconfessabili segreti relativi a ciò che si verificava nella caserma in cui il marito svolgeva il compito di istruttore".

"Così pure, in ordine alla presenza dell'elemento psicologico del reato, una volta affermata una ricostruzione fattuale dotata di elevato grado di probabilità, e caratterizzata dalla presenza necessaria dell'elemento
psicologico doloso in capo all'indagato, ugualmente il giudizio dovrà essere formulato anch'esso in termini di elevata probabilità nella scelta tra premeditazione e dolo d'impeto, e non in termini di assoluta certezza della
presenza di una figura rispetto all'altra"
.

"Ciò posto, non può negarsi che un plausibile e ben probabile movente sia da ravvisarsi nella relazione sentimentale che il Parolisi aveva con la sua ex allieva Ludovica Perrone, e nella situazione conseguente che
si eravenuta a creare"
.

I giudici tendono a delineare con certezza la situazione del Parolisi che era stretto tra due fuochi: da un lato, la moglie che aveva saputo in precedenza della relazione con la Perrone e dall'altro l'amante che continuamente premeva affinchè lo stesso lasciasse la moglie e la figlia e iniziasse una nuova vita con lei.

Non solo - sottolinea il Riesame - anche il rapporto con la moglie era fronte di tensioni, lei gli aveva perdonato il tradimento ma restavano pesanti strascichi: nell'ordinanza infatti si cita un'intercettazione, in cui Parolisi si confida con Gennaro Rea dove afferma che la moglie "'ogni giorno mi umiliava...stavi sempre una schifezza....me lo rinfacciava sempre...mi diceva sempre la stessa cosa...vergognati...fai schifo, fai schifo...' Per cui - argomenta il giudice - lo stesso Parolisi descrive una situazione di estremo disagio nel suo rapporto coniugale, e di estrema tensione nel rapporto con la moglie".

Per il Riesame invece l'ipotesi adombrata dal gip di Teramo, secondo cui "vi sono elementi che potrebbero far pensare ad una situazione sottesa alla caserma, che potrebbero avere indotto il Parolisi stesso a sopprimere la moglie per evitare che potesse fare rivelazioni pericolosissime per sé e per altri", ma "allo stato tali elementi non son sono assolutamente tali da poter far ritenere che in concreto l'ipotesi sia oggi sostenibile".

I gravi indizi di colpevolezza

Secondo il tribunale del Riesame dell'Aquila che ha rigettato l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Salvatore Parolisi, condannandolo anche al pagamento delle spese processuali, a carico del caporalmaggiore, accusato di omicidio pluri aggravato della moglie Melania Rea, sussistono "gravi indizi di colpevolezza", che "emergono con chiarezza dagli atti processuali", anche se - scrive il giudice nell'ordinanza - "manchi una prova diretta" , il quadro indiziario indica "necessariamente il Parolisi come autore dell'omicidio della moglie".

E in primo luogo, secondo l'ordinanza di 23 pagine firmata dal giudice Romano Gargarella, a inchiodare Parolisi sono le sue ricostruzioni su ciò che avvenne il 18 aprile, quando Melania scomparve, per poi essere ritrovata due giorni dopo nella pineta di Ripe di Civitella, massacrata con 35 coltellate. Per il giudice infatti le indagini hanno smentito completamente tale ricostruzione, secondo cui l'uomo, era con la moglie e la figlia a Colle San Marco.

"Dall'esame degli atti del procedimento - si legge nell'ordinanza del Riesame - non può negarsi la sussistenza allo stato di un quadro indiziario di sufficiente gravità ai fini dell'applicazione di una misura cautelare". "Seppure manchi una prova diretta che comprovi la responsabilità dell'indagato - prosegue l'ordinanza - dall'insieme degli elementi emersi nelle indagini preliminari emerga un quadro che, sotto il profilo indiziario sopra specificato, indica necessariamente il Parolisi come autore dell'omicidio della moglie".
 

 

 

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