Riguardo alle notizie di stampa, comparse sui media regionali, in merito alla vicenda Azienda Caicocci la Regione Umbria, con una nota, precisa che: “L’“Azienda Caicocci”, comprendente terreni e fabbricati,  facenti parte del patrimonio indisponibile regionale, è stata occupata abusivamente da persone che, arrogandosi il diritto di abitare gli immobili e coltivare i terreni, la possiedono senza alcun titolo.

Poiché l’azione arbitraria di questi soggetti impedisce la tutela di beni appartenenti al patrimonio indisponibile della Regione, che in quanto tali non possono essere sottratti alla loro funzione pubblica, l’Amministrazione è stata costretta ad esercitare l’azione giudiziaria volta alla reintegra nel possesso dei beni indisponibili facenti parte dell’”Azienda Caicocci”. In merito si evidenzia che nei documenti di programmazione regionali e, in particolare, nel Programma di Politica patrimoniale relativo al triennio 2014-2016, approvato recentemente dal Consiglio regionale, la Regione Umbria intende proseguire l'opera già avviata di valorizzazione dell’Azienda in argomento anche dando luogo ad operazioni di adeguata redditività.

Nessuna accusa di violenza o clandestinità è stata mossa alle persone in quanto tali, bensì all’azione esercitata, eseguita con alterazione dello stato di fatto (manomissione di alcuni serramenti,   sostituzione serrature, chiusura dei cancelli ….), contro la volontà e ad insaputa della Regione Umbria, la quale nel momento in cui ne è tornata in possesso ha svolto una costante attività manutentiva volta sia alla conservazione del bene che, altresì, al suo controllo, provvedendo con regolarità ad eseguire sopralluoghi ricognitivi e a segnalare presso le autorità giudiziarie competenti le effrazioni e i danni accertati.

Di questa occupazione abusiva è informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, che adotterà i provvedimenti ritenuti opportuni. E’ necessario che in uno stato di diritto gli istituti della proprietà e  del possesso legittimo siano tutelati nel rispetto della legge e che il patrimonio indisponibile non venga sottratto alle finalità pubbliche cui è preordinato, lasciandolo nell’uso di soggetti non autorizzati”.

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