Un ritratto esaustivo di Norcia nella sottovalutata e dimenticata “ultima età dell’oro”. E’ quanto emerge dal nuovo pregiato volume “Seicento inedito. L’ultima età dell’oro della Città di Norcia”, scritto a quattro mani dai coniugi nursini Caterina Comino e Fabio Iambrenghi e edito dalla casa editrice fiorentina “Nerbini”. Le scoperte, le curiosità e le documentazioni di vario genere raccolte in questi ultimi anni dai due autori saranno rese note e illustrate al pubblico sabato 23 maggio, alle ore 11 presso la Chiesa di Sant’Agostino di Norcia, in occasione della presentazione dell’opera. Oltre ai due autori, all’incontro prenderanno parte illustri relatori e accademici.

Ad introdurre i lavori sarà infatti la Professoressa Rita Chiacchella, Ordinario di Storia Moderna dell’Università degli Studi di Perugia. Dopo di lei interverranno l’architetto Francesco Scoppola e il professor Bruno Toscano, rispettivamente Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria e Professore emerito dell’Università degli Studi Roma Tre.

“L’idea di pubblicare questo studio – anticipano gli autori - nasce dalla stupefacente scoperta di un’insospettata messe di documenti archivistici riguardanti committenze artistiche del Seicento nursino, tanto da poter tracciare, anche per Norcia, un quadro sufficientemente esaustivo di quest’epoca aurea rimossa dalla memoria collettiva.  La disamina sistematica dei protocolli  notarili depositati presso l’Archivio Storico Comunale di Norcia – proseguono - ha infatti progressivamente svelato una frenetica attività di erezione di oratori e dotazione di cappelle, e più in generale di rinnovamento degli edifici sacri e civili e dei loro arredi, operata quasi in competizione tra i maggiorenti e le confraternite nursine sul principiare del XVII secolo, in conseguenza di quel complesso intreccio di fattori economici, sociali e culturali che fanno di quest’epoca, per la Montagna nursina, l’ultima età dell’oro.

Tanto maggiore è poi l’interesse di tale documentazione se si pensa che questo periodo così splendente di realizzazioni è stato fino ad oggi completamente misconosciuto in quanto rimasto nel cono d’ombra della grande crisi economico-sociale che in quegli stessi anni investiva tanta parte d’Italia, attraversata da eserciti stranieri e pestilenze, entrata ormai nell’immaginario comune grazie all’epopea manzoniana dei Promessi sposi”.

Condividi