I malati Sla del Comitato 16 novembre hanno protestato sotto il Ministero del Tesoro per chiedere ciò che era stato loro promesso dalla Fornero più di un mese fa: un piano sulla non autosufficienza. Ma il piano non s'è visto, neanche il Ministero dell'Economia ne sapeva niente. Sono stati ricevuti e alla fine hanno strappato, grazie alla loro tenacia e determinazione, un altro impegno, questa volta dal sottosegretario Gianfranco Polillo: il 9 luglio parteciperanno anche loro ad una riunione in cui si discuterà di non autosufficienza e lo stesso sottosegretario solleciterà il governo a prendere le giuste misure per fare passi in avanti, anche dal punto di vista delle risorse. Ricordiamo infatti che il fondo nazionale per la non autosufficienza, che ammontava nel 2010 a 400 milioni di euro, è stato azzerato.

"Siamo soddisfatti perché abbiamo chiesto e ottenuto che i ministeri che si occupano di disabilità, Welfare, Salute ed Economia, si siedano insieme e lavorino di concerto per discutere il piano sulla non autosufficienza". Così Mariangela Lamanna del Comitato 16 novembre commenta l’incontro avuto con il sottosegretario Gianfranco Polillo. "Abbiamo dovuto battagliare molto perché il sottosegretario ci ha detto che, a parte i tempi di crisi, non si può finanziare qualcosa che non è stato sottoposto al vaglio del ministero. Il piano che il ministro Fornero si era impegnata a rendere noto entro 30 giorni non è mai stato inviato – aggiunge Lamanna - . Abbiamo quindi preteso un aggiornamento da qui a 30 giorni con tutti i ministeri competenti, perché non ci sia più nessun rimpiattino". L’ appuntamento è al 9 luglio prossimo: "stiamo già prenotando pullmann e aerei" fanno sapere dal Comitato 16 novembre. Tra le ipotesi al vaglio del ministero dell’Economia anche misure transitorie di avvicinamento al ripristino del piano per la non autosufficienza nel caso non sia possibile finanziarlo in toto. La richiesta dell’associazione è infatti di 600 milioni, 100 dei quali da destinare ai disabili gravissimi.

A partecipare al presidio anche Antonio Ferraro, responsabile nazionale Politiche sociali del Prc-Fds, che non si fida e rilancia le cose che andrebbero fatte per fermare lo smantellamento di prestazioni e servizi: "Stamattina abbiamo partecipato al presidio dei malati Sla sotto il Ministero del Tesoro per protestare insieme a loro contro il governo Monti che sta completando l'opera di smantellamento dello stato sociale iniziato dal governo Berlusconi. I fondi nazionali sul sociale sono stati azzerati, i comuni non hanno più soldi per garantire i servizi essenziali alla cittadinanza. Il risultato è la chiusura o la privatizzazione delle prestazioni, deriva a cui punta la stessa ministra Fornero, andando contro ogni principio pubblico e universalistico previsto dalla nostra Costituzione. Tutto questo è ancora più grave in una fase in cui aumentano disoccupazione, povertà e disuguaglianze. E' ora di invertire questa tendenza residuale e privatistica per rilanciare un modello di welfare in grado di rispondere efficacemente ai bisogni vecchi e nuovi della popolazione. Le cose da fare sono poche e chiare: definire i livelli essenziali delle prestazioni sociali per rendere esigibili diritti e prestazioni omogeneamente su tutto il territorio nazionale; rifinanziare il fondo nazionale delle politiche sociali riportandolo a 1000 milioni di euro; ripristinare quello per la non autosufficienza a 400 milioni di euro; rivedere il patto di stabilità interno per permettere ai comuni di investire nel sociale. I soldi per fare queste cose ci sono e basta prenderli da chi ce li ha, attraverso una patrimoniale sulle ricchezze oltre gli 800mila euro, e tagliando le spese inutili come quelle militari o per opere dannose come la Tav. Il presidio ha ottenuto l'ennesimo impegno a parole da parte del governo. Ma purtroppo con le promesse non si risolvono i problemi di milioni di persone".

Fonte: controlacrisi.org

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