Primo, perché prendere posizione è sempre un atto di coraggio. Ovviamente c'è differenza tra un Naki che sfida Erdogan e la galera e un James che difende gli afroamericani da una zona di comfort assoluto (e non più dal ghetto), ma resta il fatto che in un mondo come quello in cui ci tocca vivere uno sportivo che apre bocca contro un'ingiustizia è quasi rivoluzionario. Anche noi rivorremmo Socrates o Sollier, ma non possiamo prendercela con gli atleti visto la stato in cui versano la nostra società e la nostra parte politica.
Secondo, perché andiamo in giro a dire da anni che la politica è parte dell'essere umano come l'aria che respira e ne siamo ancora convinti. Quello che vuole Ibrahimovic è un mondo a compartimenti stagni, dove ognuno pensa ai cazzi propri e al proprio mestiere e se ne fotte del resto. Il mondo ipercapitalista, indifferente, egoista che vediamo tutti i giorni e che ci fa schifo. Rivendichiamo il diritto di chiunque, specie se famoso e in grado di fare da megafono, di parlare di politica. Sta a noi, poi, giudicare le posizioni e decidere se quello che sentiamo ci piace o meno.
Terzo, Ibrahimovic non solo è preda di un delirio di onnipotenza, ma è anche a corto di memoria. Perché ha parlato spesso di razzismo, di quello da lui subìto e di quello che vedeva nel mondo, e ora se ne esce con questo attacco a James. D'altra parte, quando si è schiavi del proprio personaggio e costretti a spararla sempre più grossa per tenere alta l'attenzione, capita di fare figure di merda. E se Ibra non si dà una regolata gli capiterà sempre più spesso.
PS il fatto che James parli di BLM e non apra bocca sui bombardamenti di Biden è del tutto normale. Non è un guerrigliero maoista o un marxista rivoluzionario che vuole abbattere l'imperialismo USA, è un giocatore di basket. Difende la propria gente, parla di quello che conosce per averlo toccato con mano. Attaccarlo sulla base del fatto che non sia un nuovo Fanon ci sembra poco sensato.
 

 

 

tratto dalla pagina facebook minuto settantotto

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